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Storie e racconti

Il fachiro dentro di noi

manhattanLuca ha scritto: Perché i miei pensieri mi fregano sempre? Oggi credo una cosa, domani un'altra, oggi voglio questo, domani quest'altro. Ora penso di aver paura di una cosa, poi mi accorgo che era tutto un castello di sogni. Perché questa instabilità, questa confusione?
Con affetto

Luca

Pier ha risposto: Caro Luca, mi torna in mente una storiella... Un fachiro indiano va in vacanza a New York. Appena arriva a Manhattan sale sul cornicione del tetto del più alto grattacielo e si mette a sgranchirsi le gambe e muovere le braccia come se si stesse preparando per un tuffo in piscina.

Dalle finestre dei palazzi vicini alcune persone notano lo strano individuo, spaventate chiamano i soccorsi, e in un attimo, ai piedi dell'edificio, si raduna una grande folla. Tutti sono col fiato sospeso e la testa all'insù: e risaputo che i fachiri fanno cose strane, ma gettarsi da 100 metri senza alcuna protezione sull'asfalto sembra un suicidio sicuro. In lontananza si iniziano ad udire le sirene dei soccorsi quando, all'improvviso, il fachiro si getta nel vuoto raccogliendosi in posizione fetale. 100 metri, 50metri, 40 metri, 30 metri, 25 metri, 20 metri, 15 metri, 10 metri, 5 metri, 2,1,0 e ... boing, boing, boing... Il fachiro tocca l'asfalto e inizia a rimbalzare come una pallina da tennis, poi si rimette in piedi e, fra gli applausi e lo sconcerto della folla, imbocca tranquillamente un vicolo riprendendo il suo viaggio.

Un uomo d'affari di mezza età che ha appena assistito alla scena rincorre l'indiano, lo raggiunge e lo ferma chiedendogli come abbia fatto, quale sia il trucco. Il fachiro con un sorriso gli risponde: "Non v'è alcun trucco, alcuna magia. O forse sarebbe meglio dire che tutto è magia, illusione. Questo mondo è Maya, tutto è illusione, pertanto ciò che pensi di essere lo diventi. Quando mi lancio nel vuoto, finché sono in caduta, mi ripeto continuamente, con piena convinzione: sono una palla, sono una palla, sono una palla, e divengo una palla". "Davvero basta così poco per fare una cosa simile?", replica l'uomo d'affari. "Si!, devi solo avere totale fiducia, devi dominare la tua mente, i suoi pensieri, perché solitamente sono i tuoi pensieri a dominarti", risponde il fachiro congedandosi.

L'uomo d'affari, che aveva di recente contratto grossi debiti con un gruppo di speculatori poco raccomandato, grazie a questo incontro ha un'idea: "Se organizzo un bello spettacolo a pagamento nel quale mi lancio da una grattacielo potrei guadagnare una marea di denaro. Il primo fachiro newyorkese! Questo si che è un evento". Con questo pensiero fisso in testa l'uomo torna a casa e fa le prime prove. Prima si getta dal terrazzo del secondo piano della sua casa: 4 metri e tutto va bene. Cade al suolo e rimbalza come una palla. "E' fantastico", si dice, "è una sciocchezza incredibile!". Poi sale sul tetto: 7 metri di caduta e tutto va bene.

Ora è convinto, il fachiro aveva ragione, questo mondo è Maya e ciò che pensi si realizza!

Pochi giorni dopo il newyorkese è sul cornicione del tetto del più alto grattacielo della città, con addosso solo un paio di mutande di stoffa grezza. Migliaia di persone sono accorse per l'evento assieme a tv e giornali provenienti da ogni parte del mondo.

Il vecchio fachiro indiano, che per caso si trova a passeggiare nuovamente da quelle parti,  incuriosito dalla folla chiede a un organizzatore cosa stia accadendo. L'organizzatore gli spiega che un noto uomo d'affari della città  si sta per gettare dall'ultimo piano di quel palazzo senza alcuna protezione, per dimostrare a tutti i poteri del controllo della mente e della materia che ha appreso durante un viaggio esoterico in India. Il fachiro alquanto perplesso decide di pagare il biglietto per potersi andare a sedere nella prima fila.

Tutto è pronto, l'uomo d'affari si sporge dal cornicione, e senza emettere un fiato si lancia nel vuoto.

"Sono una palla, sono una palla, sono una palla", 100 metri. Sono una palla, 90 metri, sono una palla, 80 metri, sono una palla, 70 metri, sono una palla, 60 metri, sono una palla, 50 metri, sono  una palla, 40 metri, sono una palla, 30 metri, sono una palla, 20 metri, sono una palla, 10 metri, sono una palla, 5 metri, sono una palla, 4 metri, sono una palla, 3 metri, sono una palla, 2 metri, sono una palla, un metro... e se fossi un uovo? Splashhhhhhhhh! Sgomento e orrore generale.

L'uomo giace a terra in fin di vita proprio ai piedi del fachiro che riconosce e a cui rivolge una domanda: "Perché non ha funzionato? A casa mi è sempre riuscito, non era così alto, ma tu non mi avevi detto che non si doveva superare una certa altezza. Perché  non ha funzionato, mi hai ingannato, il tuo era solo un trucco, un'illusione?".

Il fachiro, chinandosi verso di lui gli sussurra all'orecchio: "No amico mio, non ti ho ingannato, ma certo non pensavo che fossi così pazzo da provare una cosa del genere, altrimenti ti avrei spiegato ancora due, tre cose sulla natura della mente umana. Il tuo esperimento non è fallito per la troppa altezza, ma a causa dell'incapacità della tua mente di mantenere un'idea fissa per più di qualche istante. Sei sempre stato un uomo d'affari, pertanto sei abituato a dubitare di tutto e tutti, a fare calcoli, ipotesi, la tua mente è estremamente astuta e furba, in continuo movimento. Come hai potuto pensare di poter trattenere la convinzione di essere una palla per cento metri di caduta nel vuoto? Già che tu sia riuscito a mantenerla per i pochi metri di altezza del tetto di casa tua è stato un miracolo. Sei stato uno sciocco, uno sprovveduto. Solo qualche motivo di disperazione può averti spinto a fare una cosa simile".

"Si!, hai ragione, dovevo saldare dei pesanti debiti con persone molto pericolose, solo per questo mi sono gettato in questa impresa assurda. Ma tu sembravi così sicuro, nei tuo occhi brillava una forza che mi ha convinto della possibilità di questo esperimento, altrimenti non lo avrei mai fatto. Hai proprio ragione, nella mia vita ho sempre dubitato di tutto e di tutti, mi sono sempre dovuto difendere dagli imbroglioni, dai disonesti, e per questo la mia mente è sempre stata agitata, instabile.

È tutto vero, va bene, va bene! Ma ora cosa posso fare, sto morendo come un idiota, tutti mi ricorderanno come quello scemo che si è schiantato dal tetto di un grattacielo convinto di essere un grande illusionista o mago. Aiutami fachiro, cosa posso fare?", replica il newyorkese.

"Ti ho già detto tutto quel che ti serve, ora sta a te trovare la forza per farlo. Questo mondo è Maya, nessuno è mai nato, nessuno è mai morto. L'anima universale, attraverso noi uomini, semplicemente gioca manifestandosi in questo infinito dramma cosmico. Ecco allora che se adesso riterrai di morire morirai e se riterrai di salvarti ti salverai. Convinciti ora più che puoi, perché quando arriveranno i paramedici, vedendo le tue condizioni, inizieranno a dire e pensare che sei spacciato, e le loro parole ti influenzeranno perché per una vita sei stato abituato a credere questo. Da troppi anni sei abituato a ritenere reale quel che ti accade intorno, per questo ora ti sarà molto difficile giocare con un accadimento che in realtà credi serio, tremendamente serio: la tua possibile morte."

Caro Luca, qui la storia finisce, nessuno ha mai saputo se l'uomo d'affari sia riuscito o meno a sopravvivere. Quel che a noi importa, però, è il senso di questo racconto.

La mente per sua natura è in continuo movimento, è agitata, dubbiosa, sfiduciata. I pensieri sono instabili, perciò l'unica cosa che possiamo fare è quella di gettarci dall'ultimo piano del nostro grattacielo interiore cercando di divenire sempre più degli attenti e consapevoli osservatori del flusso incessante della nostra mente, delle sue emozioni, dei suoi pensieri vagabondi. Molte volte ci schianteremo al suolo, ma fortunatamente nel mondo interiore nessuno può  morire. Ecco allora che se dopo ogni nostra caduta ritorneremo fiduciosi, coraggiosi e caparbi sul cornicione della nostra anima, per riprovare e riprovare senza sosta il nostro esercizio, prima o poi realizzeremo che dentro di noi non v'è più alcun pensiero capace di ostacolarci... a quel punto potremo persino imparare a volare!

Un caro saluto

Pier

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Commenti   

+1 # Renato 2011-06-17 22:34
Come sempre Dadrim ha ragione la sua filosofia ha una giusta logica.,,..dopo aver letto mi é venuto da ridere perché in questo racconto mi sono visto io che per cambiare , per migliorare il mio fu un salto da un continente all'altro. Unica giustificazione avevo 28 anni, appena incominciavo
a vivere solo che avevo una forte determinazione ero e sono fatalista e sempre ad ogni caduta mi rialzavo mi spolveravo e dicevo se si é chiusa questa porta certamente si aprirá un portone.. non é come la questione della palla ma nel mio caso sempre trovavo la soluzione per continuare il cammino e in veritá non posso lamentarmi.
# Giorgio 59 2016-11-25 11:48
Tutto è,tutto esiste,ma se cedi alla paura,beh!sei fritto!!!in ogni caso è sempre dico sempre.. anche se stai morendo,MERAVIG LIOSO!!!

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