Mi hanno raccontato una bellissima storia, non so se sia accaduta realmente, ma per quanto riguarda l'indagine interiore è certo che accade sempre così:
<<Agli inizi della guerra in Iraq v’era un soldato che di continuo abbandonava la sua postazione per corre fra le dune del deserto o fra i vicoli di Baghdad alla ricerca di qualunque resto di carta che riusciva a intravedere fra la polvere, i proiettili e le bombe. Quando ne trovava uno, si fermava immobile sul posto iniziando a esaminarlo con molta attenzione, poi scuoteva il capo con disappunto lasciandolo cadere.
I suoi superiori, constatando che questo comportamento tendeva a ripetersi sempre più di frequente e in qualsiasi situazione, lo fecero ricoverare all’ospedale militare del campo base.
Interpellato dai medici, in merito a questo suo comportamento estremamente pericoloso e insensato, il giovane soldato non seppe dare alcuna risposta. Dopo pochi giorni cominciò a raccogliere carte di ogni tipo anche fra le corsie del reparto psichiatrico. Guardava ovunque, nei cestini dell’immondizia, sotto i letti, nelle tasche dei medici, sotto le lenzuola dei letti. Vagava sempre più ansioso e disperato, ed ogni volta che raccoglieva un foglietto, immobile, lo osservava, sino a quando iniziavano a scendergli copiose lacrime dalle guance. A quel punto tornava lentamente al suo letto per rannicchiarsi sotto le coperte ripetendo ossessivamente: “Perché non riesco a trovarti, ho fatto di tutto, ho rischiato la mia vita per te, ora non ho più nulla, tu sei il mio unico desiderio, il mio primo pensiero all’alba e il mio ultimo al tramonto. Non so più dove cercare, non so più dove andare”.
Venne poi un giorno in cui smise definitivamente di parlare e vagabondare per l’ospedale. Con lo sguardo fisso nel vuoto rimaneva seduto per ore e ore sulla poltrona accanto al suo letto.
Tutto ciò continuò per delle settimane, sino a quando, una mattina d’ottobre, andò da lui un militare che, fissandolo attentamente in viso per cercare d’intuire se fosse ancora in grado di comprendere qualcosa, gli disse : “Sei stato dichiarato inabile al servizio militare, questo è il tuo foglio di congedo, puoi tornare a casa”. A quel punto il giovane, ormai considerato completamente pazzo, mosse lentamente una mano… prese la busta… la scartò… e dopo averla fissata attentamente per diversi istanti, scoppio in lacrime e potentissime grida di gioia. Iniziò a ballare e a baciare tutti i medici del reparto, i pazienti, il militare che era venuto per dargli il congedo, e senza più voltarsi si precipitò come un fulmine verso la porta d’uscita dell’ospedale esclamando: “Ti ho cercata in ogni luogo, ti ho sognata in mille forme, ti ho desiderata più della mia stessa vita, e proprio quando non ti cercavo più e nessuna speranza era rimasta nel mio cuore, eccoti qui, sei tu stessa a venire da me, con la voce di un semplice soldato. Mia dolce e amata libertà, ora posso finalmente tornare a casa!”>>.
Pier
Commenti
Cessate d'uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l'impercettibil e sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell'erba,
Lieta dove non passa l'uomo.
P.S. Un abbraccio forte forte
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