Il Tizio e il meccanico: maturità
Tizio si ferma da un meccanico dicendo: “Vede? Questa è la mia macchina. Non mi fido molto, potrebbe lasciarmi per strada. Come posso stare sicuro? Secondo lei è una questione di guida, di strada più o meno sconnessa, di manutenzione dei freni, di aerodinamica, di gomme, di asciutto o bagnato, di cilindrata, di cavalli, di frizione, di olio motore, di tergicristalli, di chilometraggio, cosa dovrei fare, a cosa dovrei porre attenzione e rimedio? Per lei tutto ciò è irrilevante o è solo una questione di ‘disidentificazione’?”.
Al che il meccanico osserva attentamente il Tizio, poi, dà un occhio veloce alla macchina e chiede: “Scusi, ma questa macchina ha già qualche anno, eppure sembra quasi nuova. Quanti chilometri ha fatto?”.
“O beh, ne ha circa 100.000”, risponde l’uomo. “Mmmm, è più o meno il chilometraggio medio che le persone fanno in 5-6 anni”, replica il meccanico. “Esatto, la mia macchina ha proprio 6 anni, che dice, devo iniziare a preoccuparmi veramente?”, chiede il Tizio. Il meccanico: “Non so, dico solo che la macchina è più o meno a metà della sua vita e, almeno da fuori, appare anche in ottimo stato”. “Si ma non si faccia ingannare dalle apparenze, sembra in buone condizioni solo perché tutti questi chilometri, in questi anni, glieli ho fatti percorrere intorno a casa, e lei non sa quanti rumorini strani ho sentito”, ribatte il Tizio. “Ma scusi, non capisco la sua risposta, e men che meno perché usa la sua macchina per girare attorno casa, non può farlo a piedi che le costa anche meno?”, risponde sempre più perplesso il meccanico.
Il Tizio con voce sconsolata: “Vede, lei, come tutti gli altri a cui mi sono rivolto, non capisce. Mi piace guidare, amo la mia macchina, amo viaggiare, ma non so se è sicura, non so se reggerà le buche, se terrà nelle curve, e poi, tutti quei rumori! Almeno se giro intorno casa a bassissima velocità, se dovesse fermarsi o sbandare, non succederebbe nulla di grave e con due passi potrei raggiungere il telefono e chiamare il carroattrezzi”.
Il meccanico allibito: “Ma scusi, solo per non sembrarle un insensibile, le dico che quel che ha fatto potrebbe anche avere un senso, ma per i primi 100 chilometri, facciamo pure 500, esageriamo, facciamo1000. Ma adesso, dopo 100.000 Km? La sua macchina non le ha dato alcun problema per 100.000 Km. Mi sembra una buona prova, non le pare? Sembra proprio che lei abbia acquistato un ottimo mezzo”. “L’automobilista a quel punto, rosso in viso per la rabbia risponde: “Vede, lo sospettavo, anche lei mi lasca senza una risposta, senza una certezza, lei, come tutti gli altri a cui mi sono rivolto, non capisce! Come può dire una cosa del genere. Un meccanico poi! Ora la macchina ha molti chilometri ed è noto anche a chi non sa nulla di motori e macchine che i primi guai arrivano superati i 100.000 Km! Provo pertanto a riformularle la mia prima domanda per l’ultima volta. Non mi fido molto della mia macchina, potrebbe lasciarmi per strada. Come posso stare sicuro? Secondo lei è una questione di guida, di strada più o meno sconnessa, di manutenzione dei freni, di aerodinamica, di gomme, di asciutto o bagnato, di cilindrata, di cavalli, di frizione, di olio motore, di tergicristalli, di chilometraggio, cosa dovrei fare, a cosa dovrei porre attenzione? Per lei tutto ciò è irrilevante o è solo una questione di ‘disidentificazione’?”. Il meccanico, con gli occhi fuori dalla testa e con voce dura come il grimaldello che tiene in mano, risponde: “Le formulo la mia unica risposta.
Primo: Inizi a non fidarsi della sua sfiducia. Secondo: Si ricordi che come un carroattrezzi le viene a prendere la macchina sotto casa, viene anche a Berlino. Terzo: Si ricordi che se è andato piano intorno casa per 100.000 Km, potrebbe pure andare e tornare 20 volte da Mosca. Basta andare piano e ricordarsi il punto primo e il punto secondo. Buon viaggio, ed ora vada serenamente fuori dalle palle!”.
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Un frutto non può non maturare. Il frutto matura da sé. Quando è pronto viene colto o cade nella terra, marcisce e si offre come concime per la futura fioritura. L’unica osservazione che faccio è che amore e bellezza si raggiungono unicamente quando si viene colti e mangiati dal Contadino della Vita e dal sua famiglia. Se si cade a terra e si marcisce, si deve attendere una nuova fioritura, una nuova primavera. Solo quando si finisce trasformati nel ventre della vita si esce dal ciclo di maturazione-putrefazione, nascita-morte.
Devo precisare però che la maturazione che permette alla vita di coglierci riguarda la consapevolezza che abbiamo di noi stessi, e questa accade quando ci conosciamo realmente, quanto siamo stati capaci di vedere le idee deformanti che nutriamo su noi stessi, gli altri e il mondo.
La maturazione fondamentale riguarda quanto siamo stati capaci di uscire dai pensieri che ci ingabbiano all’interno di un’immagine personale, quanto siamo stati capaci di percepire l’unità della vita, di essere empatici, silenti interiormente, coraggiosi, dimentichi dell’Io e del Mio. Sì, questa maturazione accade attraverso la totale disidentificazione dall’immagine mentale che abbiamo di noi stessi. L’immagine non può essere colui che vede. Se colui che vede si scambia per l’idea che ha di sé perde la propria essenza, si smarrisce fra opinioni e paure. Il tuo successo, la tua casa nuova, le lodi che cerchi, la comprensione che pretendi, il piacere che brami sono figurine di un album mentale dove l’altro diviene solo un mezzo per riempire spazi vuoti.
La piena maturazione della persona è la morte della personalità, quando la coscienza si riconosce come essenza di ogni vita e non più come entità isolata in lotta con se stessa e l’ambiente. La persona scivola sullo sfondo e la partecipazione e la calma illuminano ogni cosa stando in primo piano. Quando comprendiamo che ciò che lotta e combatte dentro di noi è solo un tremendo fraintendimento, una specie di allucinazione psichica, il frutto è maturo e il Contadino viene per coglierlo.
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