La libertà della solitudine
L'unica differenza che noto fra oggi e un tempo è l'aver imparato che la solitudine del mio cuore è la mia salvezza. Il dolore era dato dal ritenere d'aver bisogno di una qualche forma di conferma da parte del mondo esterno. Le risposte che cerchiamo fuori da noi per placare quel apparentemente insaziabile bisogno di essere visti, amati e confermati, quando non trovano riscontri positivi ci gettano nello sconforto, in un profondo senso di isolamento e annientamento. Quando ho visto che quel bisogno nasceva da un senso di insufficienza e mancanza artefatto, instillato dall'ambiente esterno, e non da una mia reale condizione interiore, ho smesso di percepire il dolore dell'isolamento mentale e ho scoperto la bellezza dell'essere soli. Ora godo e amo la presenza di molte persone ma non cerco più in loro una risposta alla solitudine, ma anzi, vedo e accolgo con sempre più compassione ed empatia la medesima solitudine che li abita. A volte percepisco affiorare nuovamente quel “primordiale senso di mancanza e isolamento”, ma so che è come una bolla di sapone che fluttua nell’infinito e solitario spazio della Coscienza: come viene ad un tratto svanisce.
La solitudine è la natura più vera della nostra libertà e possibilità di amare. Solo chi è consapevole dell'irrimediabile solitudine dell'Essere ama incondizionatamente la vita che gli accade per quel breve tempo che ci è concesso. La mente egoica divide ogni cosa per poi tentare di sanare le fratture che essa stessa ha creato inconsapevolmente aggrappandosi a ciò che ritiene altro da sé, ma che nella sostanza non è nulla più di una sua proiezione, un miraggio, un’illusione. Questa è la natura stessa del suo fasullo essere. L’Essere che regge e permette la vita è unico, indivisibile, pertanto è solo, e questa sua solitudine è, paradossalmente, la causa della sua impossibilità di percepire mancanza alcuna. Questa solitudine è ovunque ed è colma di pace, unità, bellezza e amore. Come può ciò che è “se stesso” in ogni cosa esser causa di dolore anche per la più piccola creatura? Questo “Essere se stesso” ha ricevuto molti nomi dalla mente: Tao, Dio, Vuoto… Il guaio è che questo “essere se stesso” i più lo confondono con il voler essere “Io” sopra ogni cosa. “Io” come e più di Dio, potente, arrogante, superiore, immortale. Da quest’Io malato, perso, isolato dal Tutto, nasce ogni vera, penosa e devastante solitudine, quella solitudine che i più conoscono e che preferirei iniziare a chiamare isolamento.
Che tu possa trovare ciò che cerchi dal tuo viaggio. Che tu possa trovare quell’Essere che è se stesso in ogni cuore, da cui emergiamo come mente individuale, ed in cui ci ricongiungeremo alla fine di questo viaggio.
Che tu possa essere sola e non più isolata dalla tua mente.
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