Che campiamo a fare?
Nicola ha scritto: Caro Pier, che campiamo a fare? Lo dico col sorriso, ma penso: “che farsene di tutta la saggezza del mondo?”. Non bastano i nostri sensi per contenere la bellezza del creato; schiavi, ci specchiamo in noi stessi convinti che quell'immagine sia reale, ingannandoci, inconsapevoli, più o meno, per poi scomparire per sempre da questo palcoscenico così come ci siamo entrati. Bah, chi vuol esser lieto sia. Che questa vita sia fine a se stessa? Vivere per vivere? Mi sfugge il senso di questa “comparsata” sul pianeta. Ma forse è giusto così. Tu che ne pensi?
Pier ha risposto: Non so cosa tu ne voglia fare di tutta la saggezza del mondo, ma sicuramente non te ne sei fatto gran che delle mie risposte che riportano innumerevoli condivisioni sull'esistenza e il suo significato. Mi chiedi: “Che questa vita sia fine a se stessa? Vivere per vivere?”. Ogni cosa ci appare e ci risponde come noi la interpretiamo. Mi poni una domanda tanto per porre una domanda? Se è così, la risposta è nella tua domanda.
Ciò che noi siamo colora la lavagna del mondo. Ma cosa ne è del mondo che percepiamo se ci svuotiamo completamente siano a divenire specchi e non più proiettori? Il mondo che impestiamo con le nostre rappresentazioni mentali, con i nostri rumori e umori personali ha una sua realtà trascendente? Io dico di sì! Il mondo, l'esistenza o come tu voglia chiamare l'indefinibile, nella sua essenza è indipendente dal nostro pensiero, ma non dal nostro essere. Io (inteso come pura coscienza) e il mondo siamo la medesima vita ed energia, la medesima manifestazione. Prova a non vivere chiuso nel pensiero, prova a scoprire la risposta che esiste prima della tua domanda. Tu percepisci un mondo, ma il tuo intendimento non è altro che una poltiglia di ricordi e idee che vengono dal passato, come tu stesso dici. Quel colui che percepisce esiste senza il contenuto delle sue esperienze, prima della percezione fisico-mentale? La consapevolezza percepisce un mondo attraverso i sensi, attraverso il corpo. Corpo, materia e sensi variano in continuazione dando origine al fenomeno vita-morte. Ma la consapevolezza nasce e muore con le forme del mondo sensibile o semplicemente ne testimonia il movimento infondendovi luce e amore? Tu come consapevolezza sei forse cambiato dal primo giorno di vita ad ora? Il tuo corpo certamente è mutato, la tua mente ne avrà pensate e combinate di tutti i colori, ma ciò che sei prima di ogni divenire superficiale è rimasto incontaminato. Vedi questa evidenza o sei troppo assorbito dai contenuti della tua mente? Se non la vedi torno a chiederti: chi o cosa percepisce i contenuti della mente prodotti dalle percezioni sensoriali? Qualcosa deve pur essere non ti pare? Invero quel qualcosa è la porta che conduce alla realtà, è la nostra essenza più intima, così recondita che non sappiamo nemmeno più di essere noi stessi realmente. Ma infondo non finisce sempre così? Ho cercato gli occhiali per un'ora, poi mi sono guardato allo specchio e ho scoperto di averli in testa. Ti sfugge il senso di questa “comparsata” perché tu sfuggi alla tua stessa presenza-essenza.
Tags: Ricerca della felicità, Riflessioni sulla vita, Equilibrio interiore
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