L'Essenza non conosce desideri o bisogni
Luigi ha scritto: Gentile Pier, ho letto con piacere qualche tuo articolo, mi interesserebbe conoscere il tuo punto di vista in merito al tema dei “bisogni”. Secondo te c'è una distinzione fra bisogni egoici e bisogni “essenziali” (cioè dell'Essenza)? Se c'è questa distinzione come discernere se dietro ad un emozione ci sia un bisogno dell'ego o uno dell'Essenza? Infine che differenza c’è, se c’è, fra bisogni e desideri?
Pier ha scritto: Gentile Luigi, fra desideri e bisogni v’è una grande differenza. I desideri sono costruzioni relative, contingenti e non fondamentali della mente. Se una persona ha un discreto equilibrio interiore non patisce grande disagio qualora non possa o riesca ad esaudire un desiderio. Diversamente i bisogni sono richieste del corpo o della coscienza a cui si deve rispondere se si vuole sopravvivere.
I bisogni del corpo sono nutrimento e cura, quelli della coscienza sono amore, libertà e consapevolezza. Quando questi bisogni non vengono corrisposti adeguatamente si espande la struttura difensiva del pensiero generando una moltitudine di desideri nel tentativo di compensare le mancanze fondamentali. Dalla sostituzione dei bisogni fondamentali con desideri compensativi scaturisce tutta la follia e la sofferenza dell’umanità.
Per quanto riguarda l’Essenza e l’ego, tutti i bisogni e i desideri sono figli dell’ego. L’Essenza, per sua stessa definizione, come può desiderare o avere bisogno di qualcosa? Essenza significa “completa in sé, che è mancante di nulla”. L’Ego, quando imbocca la giusta via inizia ad abbandonare i desideri e a percepire come suo bisogno assoluto il ritorno all’Essenza, all’amore e alla libertà (che sono, per l’appunto, qualità dell’Essenza). Se si cade nei condizionamenti della società e nelle ferite che spesso il passato ci ha lasciato iniziamo a produrre e perseguire un’infinità di desideri scambiandoli per bisogni fondamentali, cadendo in un circolo vizioso colmo di sofferenza.
Tags: Equilibrio interiore
Commenti
fiore che ancora resisteva mi innamorai,l'ho trapiantata in un vaso piu' grande con piu' terra,un po' di concime,ma ahime' anche l'ultimo fiore appassi'.
la lasciai li,non sapendo che fare,continuavo ad annaffiarla come le altre,
poi un bel mattino,sedendo mi come al solito sulla seggiolina per gustare il caffe' e guardare le mie piante nel silenzio che a quell'ora e' sovrano..
Quell'ora struggente, senza ombre,ne' giorno ne' notte, che quasi sento il fruscio delle stelle che salutano il giorno..
Questa umile pianta mi porta ad una riflessione.
Due bellissimi fiori erano spuntati dai fragili steli,e tanti altri erano pronti a schiudersi.Lei, come tutti gli altri fiori e piante non sanno come sono,che colore o forma o profumo abbiano,che questo e' un Mondo,che c'e' la Terra,ecc, eppure "sentono" la Luce,il sole,il vento.o le mie cure.
E pensavo..e' sconcertante sapere che noi umani siamo gli unici osservatori coscienti di tante meraviglie,ma se noi non ci fossimo? Loro,o la natura, esisterebbero lo stesso?
Ora leggo sul blog l'ultimo articolo,e trovo una forte assonanza con i pensieri di stamattina,una stupenda frase che dice Dadrim: L'essenza, nella sua essenza e' completezza di se'.
Ma allora,una pianta che cos'e' se non un'Essenza?
essenza di Vita,muta,ignar a,inconsapevole (?),che nulla fa,ma SA,per chissa' quale Intento divino,ma sa,come crescere.
Si puo' dire che anche noi uomini siamo per certi versi delle piante,nell'Ess enza di vita,solo che in piu' abbiamo una coscienza, una mente e dei sensi per testimoniare l'Esistenza.
E' anche vero,credo io,che questo "in piu" se da una parte non sappiamo gestirlo e ci porta a viver male,dall'altra parte non potrebbe non esserci..
perche' senza il "di piu'" chi vedrebbe o testimonierebbe cosa?
ma sopratutto,ci sarebbe motivo di esserci qualcosa?
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