Percorso iniziatico
Enza ha scritto: Ciao Pier, mi chiamo Enza, mi interesserebbe sapere la tua opinione sul percorso iniziatico inteso come evoluzione spirituale dell'individuo.
Pier ha risposto: La parole iniziazione deriva dal latino “initiare” che nella sua valenza originaria designava proprio l'ingresso ai misteri religiosi. In questa breve precisazione di carattere semantico possiamo già rintracciare le radici del concetto di “percorso iniziatico”. Con “percorso iniziatico”, infatti, solitamente si intende quel peculiare sentiero, fatto di dure prove e fatiche, che un individuo deve compiere per poter essere pronto a ricevere o generare in sé un qualcosa di ignoto, misterioso.
Nel contesto esoterico spirituale il percorso iniziatico è considerato come un'inevitabile processo di cambiamento.
La persona, il gruppo o il testo che determina l'iniziazione è depositario di conoscenze segrete che vengono trasferite nella loro valenza trasfigurante e completa unicamente alla fine di un viaggio alchemico. Il percorso iniziatico, inoltre, è quasi sempre correlato all'idea dell'accadimento di una simultanea morte e rinascita dell'individuo poiché oltre che l'inizio determina anche la fine dell'esistenza espressa a un certo livello di consapevolezza. Questa inevitabile “morte” è l'unica via che permette l'ascensione o l'ingresso ad un livello di realtà nuovo, ignoto.
Detto ciò, dal mio punto di vista, è la nostra stessa vita ad essere, nella sua essenza, un percorso iniziatico. Pensa anche solo alla nostra nascita: lo spermatozoo incontra l'ovulo, e dalla dualità si genera l'unità dell'embrione, che diviene poi un feto. Quest'ultimo vive per nove mesi nella più assoluta oscurità e dipendenza, sino al giorno in cui d'un tratto incontra la luce, il bisogno e la necessità di sopravvivenza, che paradossalmente sono le basi della sua futura indipendenza e libertà. Quale tremendo percorso iniziatico è questo? Per poter esprimere anche solo un primo vagito, quante prove dobbiamo affrontare? E quale mistero incontra il bambino non appena apre i suoi occhi su questo mondo? Non è forse questa una vera e propria morte e rinascita? Non è forse l'essenza stessa di questa esistenza ad esprimersi attraverso continue morti e rinascite, attraverso continui passaggi di forme di vita sempre più complesse e sensibili? Il nostro viaggio nell'utero materno corre lungo strade inconsce e determinate dalla saggezza della natura, ma subito dopo, per noi, inizia nuovamente un ancor più grande e misterioso viaggio, quello che ci conduce dall'inconsapevolezza alla piena consapevolezza. Questo è quel che viene propriamente detto percorso iniziatico, poiché non si può iniziare chi non è consapevole d'essere inconsapevole, e tale possibilità si acquisisce unicamente quando si comprende d'essere un “io”, un'entità autodeterminantesi. Ma quando scopriamo d'avere la possibilità di autodeterminarci, ecco nascere in noi ogni forma d'angoscia e paura, poiché il presupposto dell'autodeterminazione è anche la possibilità di autodistruzione, di mancare l'obbiettivo, di fallire e cadere nuovamente nell'incoscienza. L'autodeterminazione comporta un'enorme responsabilità, cosa che la maggioranza delle persone non riesce ad assumersi, per questo abbiamo creato falsi dei e prigioni mentali.
Pertanto, un vero percorso spirituale, dal mio punto di vista, non c'entra nulla con l'affidarsi a qualche stravagante setta segreta o santone, ma inizia nell'esatto istante in cui troviamo la forza di accettare la realtà fondamentale della nostra natura umana, una natura autodeterminantesi, consapevole e totalmente responsabile di sé. Quando questo inizio è dato possiamo intraprendere qualunque percorso o ascoltare le parole di chiunque poiché non viviamo più per cercare una consolazione al dolore che comporta l'avere un'intelligenza, ma viviamo unicamente per aprire un varco alla nostra consapevolezza interiore.
Un vero percorso iniziatico consiste in un costante esercizio di consapevolezza.
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