Come trovare un nuovo lavoro e una nuova vita
Tiziana ha scritto: Ciao Pier ho bisogno di un consiglio. Sto perdendo il lavoro e, vivendo in una città del sud, non sarà facile trovarne un altro, mettici pure che non sono esattamente una ragazzina. Ho sofferto tanto in passato e non voglio più essere schiacciata dagli eventi, ma ho paura. Quando hai tempo, una tua parola mi fa sempre piacere.
Pier ha risposto: Cara Tiziana, il percorso di conoscenza di noi stessi e della vita, dal mio punto di vista, ci insegna due cose fondamentali. La prima è che il mondo che vediamo e le cose che ci accadono sono in gran parte determinate da noi stessi attraverso i nostri pensieri. Noi, attraverso i nostri pensieri, coloriamo l'ambiente che ci circonda, lo dipingiamo dei nostri umori e delle nostre convinzioni determinando delle risposte simmetriche. La maggior parte delle persone non se ne rende conto a causa della propria inconsapevolezza e insensibilità. Il pensiero ci dice: sono capace di fare questo o quello, ho più o meno studiato, ho un più o meno un vasto curriculum, quindi mi merito lavori e denaro almeno proporzionati a tutto ciò. Questo può anche essere un ragionamento logicamente corretto, ma non tiene conto delle natura multidimensionale dell'esistenza.
Facciamo un esempio. Una donna va a un colloquio di lavoro pensando di non avere buone possibilità di essere assunta. Nella sua mente scorrono idee negative: sono troppo vecchia, non sono carina, perché dovrebbero assumere proprio me? Pensieri simili strutturano una postura del nostro corpo chiusa, sgraziata, un'inflessione di voce tesa e forzata, uno sguardo remissivo, poco intenso. Ovviamente chi ci sta di fronte riceve tutti questi messaggi e ne viene influenzato, che ne sia consapevole o meno. Ininterrottamente, giorno dopo giorno, dalla nascita sino alla morte, viviamo trasmettendo e ricevendo sensazioni e significati, rispetto ai quali, meno siamo consapevoli, più ci ritroviamo in situazioni e relazioni problematiche, finendo così per pagare conseguenze, dal nostro punto di vista, ingiuste e incomprensibili. Ecco allora che progredendo nella conoscenza di noi stessi comprendiamo che molto di quel che ci accade è frutto di quel che siamo, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, dell'abito che vestono le nostre anime, più che dall'abito che vestono i nostri corpi. Questo, ovviamente, non vuol dire che se ho idee positive le cose vadano meglio. Avere idee positive significa unicamente negare le idee negative, ma tutto ciò che viene negato prima o poi riaffiora, anche con maggior forza di prima.
Infatti, la seconda cosa che ci insegna la conoscenza di noi stessi è che la radice di ogni problema non sta nell'avere idee negative o positive rispetto a noi stessi, ma nell'avere idee! Sono le idee che ci “mettiamo addosso” la radice di ogni guaio giacché ogni idea che abbiamo rispetto a noi stessi ci paralizza, impedendoci di crescere, di modificarci. Qualunque idea rispetto a chi siamo, se osserviamo bene, è un condizionamento raccolto dal mondo esterno che ci appesantisce e isola. Facciamo un altro esempio. Una persona che ritiene di essere bella, di meritare lodi e stima, di dover sempre riuscire, come possiamo ritenere possa vivere un'esistenza libera ed equilibrata? Sarà sicuramente una persona egocentrica, chiusa in se stessa, insensibile, competitiva e aggressiva, poiché vivrà nel continuo tentativo di confermare la sua percezione di sé, ed ogni qualvolta questa non riuscisse a trovare conferma, il suo ego, sentendosi ferito, reagirà violentemente, o esteriormente o interiormente. Una persona simile vive sempre lottando, ferendo, difendendosi, esplodendo o implodendo. Incredibile è constatare che la nostra società lavora in ogni modo per generare persone simili, senza rendersi conto che le gravi condizioni in cui versa sono proprio conseguenza di tali condizionamenti.
La risposta non si trova nel pensiero positivo o negativo, ma nel “non pensiero di sé”, nel non avere idee aprioristiche rispetto a noi stessi, potendo così sviluppare una sensibilità e una consapevolezza sempre nuove e fresche. Le idee sono strumenti fondamentali per lavorare, per acquisire nozioni, per misurare il tempo e lo spazio, per imparare a guidare, per apprendere nuove cose utili a creare una maggiore semplificazione della vita pratica. Ma per tutto quel che riguarda la dimensione più profonda della vita, le idee sono ostacoli, condizionamenti che provocano continui conflitti relazionali a tutti i livelli. La continua formulazione di idee aprioristiche e pregiudizi ci sottrae energia, consapevolezza, vitalità, sensibilità e coraggio. Ci nasconde il sempre nuovo e meraviglioso gioco della vita, confinandoci in un monotono e vizioso movimento circolare del pensiero finalizzato unicamente alla sopravvivenza delle sue stesse idee.
Cara Tiziana, vedi come ogni uomo lotti strenuamente per difendere le idee che ha rispetto a se stesso e il mondo che lo circonda, quando in realtà la sua unica possibilità di gioia e libertà risiede proprio nel perdere queste idee? Se vedi questo, prima in te stessa e poi anche negli altri, un po' alla volta ti libererai da ogni paura, riuscendo così a scorgere fra i percorsi imprevedibili che la vita ti offrirà cose sempre nuove.
Abbandonare il turbinio mentale che nasce dal pensare che siamo un “qualcuno” separato dall'esistenza, di cui dobbiamo occuparci faticosamente, significa trovare pace. Più ci avviciniamo alla dimensione dell'Essere e più smettiamo di angustiarci per il futuro, perché percepiamo che è la vita stessa a prendersi cura di ogni cosa.
Se senti e vedi un po' di verità in queste parole, smetti di preoccuparti per il futuro, per il lavoro, non preoccuparti più di nulla perché ogni preoccupazione è unicamente un'ennesima idea che ti isola. Tu fai la tua parte, sarà poi la vita a prendersi cura del resto, come sempre è accaduto e come sempre accadrà. Stacca la spina della mente, sottrai ogni energia al pensiero agitante e riversarla totalmente nella fiducia, nell'abbandono, nel presente, nel silenzio che si cela fra un'idea e l'altra, fra una preoccupazione e l'altra.
Cara Tiziana, il lavoro verrà, la pace verrà perché tutto è già qui. Manchiamo sempre e solo noi sino a quando pensiamo di essere qualcosa o qualcuno di separato dal fiume della vita!
Tags: Ricerca della felicità, Aiuto psicologico
Commenti
Grazie di avere espresso così bene un concetto che nel buddismo viene spesso propagato, ma che nella vita comune se lo si esplicita, appunto da parte di un buddista (come me), viene quasi non ascoltato, forse quasi irriso: separazione fra ciò che "crediamo" di essere e l'esistenza stessa....
Credo che la "verità" (se possiamo così chiamarla, ma il termine è antipatico, forse "legge dell'esistenza" andrebbe meglio...?) sia UNA, poi ci sono molte maniere di dichiarala e conseguirla e capirla, e la tua maniera è stata unica e veramente bella!
Te ne sono grato.
Alessandro
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