La morte dell'autorità e la nascità della vera libertà
Athena ha scritto: Pier, vorresti ampliare ed estendere questa tua affermazione: "non mi riconosco in nessuno"?
Pier ha risposto: Cara Athena, con questa mia affermazione desidero evidenziare l’inganno che si cela nell’identificazione ad un pensiero, una filosofia, una religione o una teoria.
Si tramanda la storia di un missionario cristiano che giunge in uno sperduto villaggio africano. Dopo poco tempo ha già fondato una chiesa e convertito gli adulti del posto alla nuova fede. Una domenica mattina, mentre sta indottrinando i bambini più piccoli del villaggio, conclude la sua oratoria affermando con tono solenne: “Il Regno dei cieli è solo per chi si è pentito dei suoi peccati, per chi ha visto la corruzione e il male che albergano nella sua anima. Solo a chi chiede umilmente perdono il nostro Padre celeste aprirà i cancelli della gioia e della vita eterna!” Ad un tratto, dall’ultima fila di banchi, un bambino alza la mano chiedendo la parola. Il prete, con voce gentile, replica: “Dimmi pure figliolo, vuoi sapere altro sul Regno dei cieli?” Il bimbetto con innocenza risponde: “No padre, volevo solo sapere se ho capito bene. Come prima cosa dobbiamo peccare, e mi pare pure tanto, solo così poi ci possiamo pentire e chiedere perdono. Tutto giusto?”
Questo è quel che facciamo subire ai nostri figli dalla mattina alla sera, e oggi questo processo di condizionamento sta raggiungendo livelli mai visti in passato. Prima ancora che il bambino faccia una sola piccola domanda noi gli abbiamo già dato tutte le risposte, condizionando così la sua mente, generando potenti ostacoli alla naturale e spontanea fioritura della sua intelligenza, della sua curiosità e del suo coraggio.
Questo punto è di estrema importanza e spero di riuscire a comunicarvelo chiaramente. Supponiamo che dopo una vita di ricerca faticosa riesca ad avere una concreta e profonda esperienza di pace, armonia e bellezza. Supponiamo anche che abbia dei figli. Secondo voi la mia esperienza, il mio vissuto di pace e vastità, lo trasmetterò ai bambini attraverso il vivere quotidiano, il mio semplice e spontaneo relazionarmi con amore e consapevolezza, oppure inizierò a organizzare lezioni per insegnare la bellezza e l’amore?
Nulla può sostituire la fatica, la bellezza e la profondità di un cammino fatto di esperienze concrete, di incontro con l’altro, con noi stessi, con i nostri limiti e le nostre paure. È solo l’esperienza reale, che è sempre un’esperienza totale, l’unica vera azione trasformativa possibile. Nascondersi dietro belle parole o vuoti dogmi è sempre un’esperienza parziale, incompleta, se non completamente fasulla, perché non costa nulla.
La conoscenza molte volte è il luogo dove meglio si nasconde l'ignoranza e la stupidità.
Posso infatti parlare d’amore, solidarietà, inclusione, rispetto o non violenza tutto il giorno, ma ciò non implica in alcun modo che nella realtà dei fatti io viva queste cose! Il pensiero è solo una piccola e debole parte del nostro Essere. I bambini non vanno indottrinati su Dio, l’amore, la sessualità o chissà cos'altro, ma vanno amati ed educati all'espressione e all'intelligenza da persone realmente libere e capaci di amare. Solo così, rispecchiandosi in relazioni fatte di bellezza e profondità, l’intrinseco e naturale potenziale dei giovani verrà effettivamente aiutano a fiorire.
Aiutare i bambini a sviluppare la loro innata dimensione interiore di pace, bellezza e creatività è cosa semplice e naturale solo se noi stessi saremmo stati capaci di realizzarla, perché i bambini assorbono tutto, dal più piccolo movimento degli occhi, alla minima sfumatura d’emozione che passa attraverso le nostre voci, ma soprattutto percepiscono l'integrità e la verità. Se gli poniamo di fronte uomini falsi, chiedendogli di chiamarli maestri o insegnanti, gli avremo impartito da subito una lezione magistrale: nel mondo degli adulti comandano i bugiardi!
Il vero guaio è aiutare gli adulti ad uscire dalle loro caotiche, intricate e chiassose menti, ingolfate da teorie, credo, dogmi e di recente perfino allucinazioni di vario genere. Gli adulti non vedono più nulla in modo diretto e semplice, non sentono, interpretano tutto di continuo, fraintendono, manipolano, e tutto per difendere una gabbia mentale che paradossalmente è proprio ciò che gli impedisce di vivere veramente.
L’unica cosa che possiamo fare è tuffarci nell’oceano della vita per averne finalmente un’esperienza totale e reale, smettendo così di teorizzare restando seduti sulla nostra barchetta scassata che va alla deriva. Quando faremo esperienza di cosa voglia dire nuotare realmente fra le grandi onde dell’oceano, potremo unicamente sorridere per la felicità che proviene dall’esservi totalmente immersi!”
A quel punto, se vorremo effettivamente aiutare qualcuno a vivere veramente, certo non gli daremo nuove parole, ma semplicemente lo condurremo ad una spiaggia, e quando saremo lì gli diremo: “Ecco!, questo è l’oceano, se vuoi puoi immergerti e conoscerlo, se hai paura puoi anche tornare a casa, ma d’ora in poi, ovunque andrai, non potrai più scordare che la realtà e la bellezza sono sempre a tua disposizione, e che se vivi in una menzogna è solo perché tu lo vuoi, perché dentro di te sei colmo di paura d’affogare nella vita. Che assurdo paradosso l'uomo!
Un abbraccio,
Pier
mod. 19.02.23
Tags: Ricerca della felicità
Commenti
Hai più che risposto, anzi apprezzo infinitamente la ricchezza con la quale sai esporre ciò che vedi e contieni.
E, per difetto, ne estrapolo un passaggio:
"I bambini non vanno indottrinati, non vanno portati a lezioni su dio e l’amore, ma vanno amati ed educati da persone che sentono la reale presenza del divino nei loro cuori e nel mondo intero. Solo così, rispecchiandosi in una relazione fatta di bellezza e profondità, l’intrinseco e naturale potenziale di divenire esseri divini si dischiuderà nei cuori delle nuove generazioni."
Che dire, bando alla sudditanza, mi riconosco in queste tue come altre parole
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