Chakra, Kundalini, visioni mistiche, miracoli

Pier ha risposto: Perché in nessun testo mistico cristiano si parla di chakra e kundalini? Perché nessun mistico orientale ha mai avuto visioni Mariane, Cristiche o apparizioni di stigmate? Come è possibile che le possessioni demoniache assillino solo coloro che in qualche modo sono vissuti in un’atmosfera religiosa? Hai mai sentito di un ateo convinto, un buon vecchio comunista o un logico incallito colpiti da visioni, possessioni, o che hanno fatto esperienza dell’apertura di chakra, salita di kundalini, scoperta di terzi occhi o altre storie pseudo spirituali? I buddisti parlano di cinque chakra, gli induisti di sette e i tantrici di nove. Ma com’è questa storia? La storia, a mio modo di vedere, è semplice: il retaggio culturale che ti porti appresso manipola e dirige le tue esperienze, e questo non ha nulla a che vedere con la realtà, la libertà e l’amore. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la realizzazione di una vita piena e libera da paure. Tutto ciò è solo il potere dell’immaginazione!!
La nostra immaginazione, quando è mossa da un potente desiderio, è in grado di creare qualsiasi cosa: visioni, percezione di chakra, kundalini e, persino, modificazioni dell'organismo. Come un forte shock può provocare delle conseguenze fisiologiche di notevole portata, (perdita completa dei capelli, grigiore, malattie...), allo stesso modo, è valido il processo inverso: la forza di un pensiero positivo può provocare guarigioni o percezione di stati di intenso benessere. Quando una persona fissa completamente la propria energia su un determinato pensiero, questo assume una forza tale da potersi ripercuotere anche sull’organismo. Infondo la mente non è altro che corpo sottile, e il corpo mente grossolana. Questa è la spiegazione dei “miracoli”.
I miracoli, letti da una certa prospettiva, non sono nulla di assurdo o fantasioso, poiché rientrano semplicemente nelle normali potenzialità della nostra struttura corpo - mente. Lo stesso vale per fenomeni come kundalini, chacra e visioni. Tutto sta nell’intensità energetica che attribuiamo a un desiderio veicolato dal pensiero. Alcune persone arrivano a un tale punto di focalizzazione della propria energia mentale, da poter provocare delle mutazione sulla propria struttura organica, o addirittura delle manipolazioni della materia che li circonda. Ma tutto ciò non ha alcuna rilevanza per quanto riguarda la possibilità di vivere pienamente! I fenomeni miracolosi, come si usa definirli, per me non rappresentano nulla di interessante. Se ho un male e attraverso la focalizzazione della mente riesco a guarire, cosa ho raggiunto? Non devo ugualmente morire dopo poco tempo? E' la scoperta dell'Essenza imperitura della vita la vera risposta ad ogni male!
La via che conduce alla realtà, alla verità, alla nostra dimensione interiore più profonda, non è una via che sviluppa i poteri della nostra mente e della nostra immaginazione, tutt’altro. La via che conduce all’amore è un sentiero fatto di silenzio, di osservazione attenta e passiva, di ascolto, di dissoluzione del proprio volere egocentrico, di estinzione dei propri sciocchi desideri, del groviglio incessante e tormentoso dei propri pensieri. In sintesi è un percorso d’abbandono. “Sia fatta la Tua volontà”, non la mia o la nostra, diceva il Figlio dell’Uomo! Spesso però ci auto inganniamo finendo per scambiare la via dell’abbandono con la via dei nostri più assurdi desideri d’immortalità, di potere e dominio. Le nostre paure, i nostri desideri di sicurezza, di certezza, di potere, vanno dissolti, vanno compresi e abbandonati, non vanno incanalati nei processi immaginativi del nostro pensiero. Quando le nostre paure o le nostre brame (che sono poi la stessa cosa) iniziano a impossessarsi delle facoltà immaginifiche della nostra mente, ogni sorta di mistificazione diviene possibile. Questa, a mio parere, è la causa principale d’ogni forma di sofferenza mentale.
Insomma, visioni, chakra, kundalini e tutto quel che ci va dietro, non sono segni d’avvicinamento al reale, ma inutili e a volte pericolosissimi eventi collaterali, dovuti a particolari indottrinamenti culturali, che intervengono lungo il sentiero della nostra ricerca spirituale. Molti dicono che dopo aver assistito ad un “miracolo” o dopo esserne stati i protagonisti, si vive nella certezza della presenza di Dio. Ma cosa ce ne facciamo delle certezze, dei credo e delle convinzioni? “Beati coloro che crederanno senza aver veduto” sta scritto nel vangelo di Giovanni. E cosa significa questo? Non credo certo: beati coloro che crederanno perché hanno veduto e non sanno nemmeno bene cosa! Beati sono coloro che credono nel sentiero spirituale, che desiderano scoprire la verità senza lasciarsi abbagliare da futili cose e inutili parole, questo è il significato che vi scorgo io.
Qual è il significato di questa mia esistenza? Chi sono io e cos’è questo mistero che mi circonda? Questa è la vera domanda!
Se non siamo riusciti a rispondere a queste domande, non ci basteranno nemmeno tutte le kundalini, i chakra e le visioni mistiche dell’universo per poter lasciare questo mondo con un dolce sorriso sulle labbra, invece che con una smorfia di dolore e di paura sul viso.
Un abbraccio,
Pier
Tags: Riflessioni sulla vita
Commenti
Per me, sarebbe il massimo avere il sorriso sulle labbra in punto della morte. Ho visto di recente un film dove il
buon Einstein muore così, sorridente, perché poco prima ha avuto un'illuminazion e sull'universo e la materia, probabilmente era un inganno, ma Einstein morì felice.
Effettivamente, scavare troppo, specialmente nella direzione sbagliata, porta al rischio di essere seppelliti, mentre a tutti è capitato qualche volta di trovare senza cercare.
Mi scuso per questo modo banale con il quale volevo comunque esprimere il mio consenso su buona parte di quel che hai scritto.
Quello che scrivi in modo così diretto e anche abbastanza rivoluzionario, fa si che sembra un vero manifesto, immagino che a te non piaccia questo paragone, ma ti dico di più, lo porterei in giro di persona.
Un abbraccio
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