Verità, religioni e idiozie
La verità non può essere una teoria, non può essere un sillogismo o un dogma. La verità non può appartenere a una religione, a un uomo o a una setta. La verità non può essere provata o confutata, la verità non può essere discussa, ma unicamente vissuta.
Riflettiamo un po’, e vi prego di avere pazienza, perché l’argomento è semplice, ma noi ormai siamo così complicati e contorti che per vedere le cose come stanno dobbiamo fare mille giri di parole. Quindi pazienza, voglia di guardare e scoprire. Su cosa si basa la pretesa che una certa religione sia vera, mentre un’altra non lo sia? Assunto che per altro è alla base d’ogni conflitto religioso! Quali prove ci sono a sostegno di un’unica religione? Le religioni si fondano su un assunto di fede, non si basano su prove scientifiche inconfutabili. L’acqua bolle a cento gradi, e se ripeto l’esperimento miliardi di volte, l’acqua bollirà sempre a cento gradi. Questo e un fenomeno evidente per chiunque. La terra gira intorno al sole. Per accettare questa realtà c’è voluto del tempo, ma i fatti vincono sempre sulle supposizioni. Ma per quanto riguarda la fede, come è possibile arrogarsi il diritto di dichiarare unica depositaria della verità una certa religione? La religione, per come è stata concepita sino ad ora, è unicamente un fenomeno mentale soggettivo. La religione si sottrae sempre al vaglio della ragione e pertanto diviene un fenomeno sociale irrazionale ed emotivo.
Ogni volta che trovo qualcuno che afferma la veridicità della propria religione e la falsità d’ogni altro credo, non posso fare a meno di sottoporgli alcune domande estremamente semplici, ma alle quali non ho mai ricevuto risposta.
Solitamente queste domande suscitano reazioni d’ira o disagio. In alcuni rari casi noto anche una qualche forma di riflessione, in altri casi, noto solo la fuga! Ma la reazione più comune è l’ira e l’aggressività. Interessante questo fatto. Più una persona si ritiene devota ad una fede, e più diviene violenta nel momento in cui si mette in discussione la solidità di questa sua fede.
Ma la fede non doveva portare alla pace e all’amore fra i popoli e le persone?
Comunque, la domanda delle domande è una: “Su cosa si basa la pretesa di verità e unicità della tua religione?”
Le risposte più comuni a questa domanda sono sempre le stesse:
"La verità della mia religione è confermata dalle parole del mio messia, del mio profeta, del mio Guru, ecc.
La mia religione si basa sulla verità rivelata che sta scritta nei testi sacri.
La mia religione è quella giusta perché è la più antica, perdura nei secoli.".
Ora, di messia, guru e profeti ve ne sono stati a milioni e sempre ve ne saranno. Dire che la verità di un credo si basa sulle parole di un certo individuo non mi sembra avere alcun senso. Perché le sue parole sono vere e quelle di un altro sono false? Qual è il metro di giudizio? Questo solitamente non viene mai chiarito. In cosa consiste la verità di queste parole? Si potrebbe al massimo dire che le parole di una certa persona sono conformi al mio modo di guardare e sentire la vita, ma non certo che le parole di quel qualcuno possano essere assunte come verità per ogni uomo! I Cristiani credono che Gesù sia l’unico figlio di Dio, il salvatore dell’umanità, il redentore. Gli Ebrei stanno ancora aspettando il loro “redentore”. Per gli Islamici Gesù è un profeta come altri, nulla di più e nulla di meno. Per i Buddisti il problema nemmeno si pone, e altrettanto vale per gli Induisti. Per gli Ebrei il testo sacro per antonomasia è la Torah, corrispondente ai 5 libri del Pentateuco, per i Cristiani è il Nuovo Testamento, per i Musulmani è il Corano, per i Buddisti è il Canone Buddista ( Canone Pāli o Pāli Tipitaka, il Canone cinese Dàzàng jīng, e il Canone Tibetano, composto dal Kanjyur e dal Tenjyur) e per gli Induisti vi sono i Veda.
Per gli Ebrei, i Cristiani e i Mussulmani esiste un solo Dio, salvo poi, che questo Dio, a seconda delle razze e delle aree geografiche, desideri cose diverse e mandi suoi rappresentanti in “leggera” contraddizione uno con l’altro. Per i Buddisti non v’è alcun Dio, ma il Samsara e il Nirvana, e per gli Induisti v’è Brahma, la matrice metafisica del Tutto.
V’è poi da dire che la religione più antica pare essere l’Induismo, quindi per quanto riguarda l’affermazione “la mia religione è vera perché è la più antica”, questo varrebbe unicamente per gli Induisti, ma la maggior parte della gente non conosce le altre religioni e spesso non conosce un gran che nemmeno la propria, quindi tendono tutti a ritenere che la più antica religione sia sempre quella in cui credono loro. Inoltre non posso esimermi dal far notare che non v’è alcuna relazione logica, razionale, intuitiva, e nemmeno di comunissimo buon senso nel ritenere che ciò che è antico è vero. Se tutti avessero pensato sempre così, è molto probabile ritenere che nessuno avrebbe mai attraversato l’oceano per scoprire nuovi continenti, considerando che un’antica credenza (Grecia del periodo arcaico, popoli mesopotamici…) riteneva che la terra fosse piatta e pertanto non circumnavigabile. Non mi pare il caso di entrare nei dettagli delle varie religioni, altrimenti perderemmo anni, forse vite, e credo che nessuno ne uscirebbe sano di mente, tali e tante sono le divergenze, le sfumature e le possibili interpretazioni. V’è da dire inoltre che non ho citato religioni antiche e degne d’ogni rispetto come lo Zoroastrismo, il Jainismo, il Taoismo, il Confucianesimo, lo Scintoismo, e nemmeno ho menzionato la tradizione Sciamanica, l’Animista e molte altre.
Ma vi rendete conto? Differenze su differenze su differenze! Questa è una giungla vera e propria, e chi vi entra non sempre è in grado di venirne fuori. Per questo, forse, la maggior parte della gente si trincera in un unico pensiero, escludendo il confronto e il dialogo con tutto ciò che v’è intorno, per una sorta di sana autodifesa. Da parte della maggior parte delle persone questo atteggiamento non è giustificabile, ma è comprensibile, considerando che il tempo per riflettere, studiare e ricercare è spesso soffocato da una miriade d’impegni caratterizzati da un’urgenza immediata ben maggiore rispetto alla ricerca spirituale, come il mantenere la famiglia, la casa e la salute.
Altra cosa, anche se non è questo il momento di parlarne, è far notare che oggi, nonostante molti abbiano una discreta condizione d’appagamento dei bisogni primari, il desiderio di spiritualità sembra non affiorare ugualmente, ma anzi, sembra continuamente aumentare la brama per il superfluo.
Tornando a noi, questo atteggiamento di cecità, sordità e generale chiusura non è ammissibile in coloro che, grazie ai soldi di chi lavora, possono vivere esclusivamente per comprendere, studiare, ricercare e ampliare il sapere spirituale e l’unità dei popoli.
Non è ammissibile che le maggiori religioni del pianeta siano sorde al messaggio che ognuna di esse racchiude in potenza o dice di voler diffondere. Non è ammissibile vedere che millenni di evoluzione spirituale vengono gettati in idioti conflitti, figli di vergognosi interessi di parte, nati in seno a quelle istituzioni che proclamano l’amore universale e la realizzazione del divino.
È come se durante una cena di famiglia scoppiasse una violenta rissa per affermare chi è il più capace di amare.
Anni fa mi sono preso la briga d’approfondire un po’ lo studio delle varie religioni, e dopo qualche tempo ho avuto la netta sensazione che ogni tradizione, in forme e modi diversi, tentasse di comunicare la stessa cosa, l’identico messaggio, la medesima direzione verso cui incamminarsi per poter scoprire una dimensione più profonda della vita e dell’animo umano. Le parole cambiano, ma se non siamo stupidi capiamo come sia lo stesso linguaggio degli uomini a cambiare negli anni, figuriamoci nei secoli. Alcuni precetti divergono, ma se non siamo sciocchi capiamo come nei secoli i bisogni fisici delle persone cambino e, pertanto, i messaggi di buon senso mutino con il mutare dei tempi, dei luoghi e delle tradizioni, ma, a ben vedere, tutte queste cose sono solo aspetti di superficie.
Le dita che indicano la luna sono tutte diverse. Lo sciocco lotta per affermare l’unicità del dito, mentre la persona sveglia alza gli occhi e smette ogni forma di discussione.
<<Io non mangio la carne di maiale, tu invece si. Io festeggio il natale tu il ramadan, lui il Kumbh Mela. Io mi inginocchio a sud, tu a est e lui a nord – ovest. Il mio Dio ha un figlio, il tuo miliardi, il suo non c’è. Tutti predicano l’amore, ma poi operano per la divisione>>.
Se proprio volete passare attraverso la giungla delle religioni leggete direttamente i testi sacri e lasciate stare le interpretazioni degli altri. Abbandonate le istituzioni, sono solo circoli di potere e d’interessi privati. Cercate poi nel silenzio dei vostri cuori e dimenticate anche i testi sacri. Lasciate cadere le definizioni, le teorie, le ipotesi, le prove e le parole, e fate in modo che la vostra vita sia colma d’amore, che la vostra mente sia in pace, e che la vostra anima faccia esperienza di Dio in se stessa. Cos’altro serve? Che chiacchiere volete sentire ancora? Quanti morti dobbiamo ancora contare prima che l’illusione venga frantumata dalla realtà? La verità è un mistero!
Se guardiamo nel vocabolario, verità significa ciò che è conforme alla realtà: questo è il significato esatto della parola. Verità = realtà, e la realtà nella sua essenza è ciò che non è soggetto a interpretazioni, a valutazioni soggettive. Reale è ciò che è, e non ciò che sembra essere. Infatti, ogni volta che noi uomini iniziamo a tessere le nostre interpretazione del mondo, e scambiamo il soggettivo per l’oggettivo, il relativo per l’assoluto, ecco che ciò che ne ricaviamo è inevitabilmente il conflitto, il caos, l’incomprensione.
La verità non può essere espressa in parole ma può solo essere vissuta. La verità è lo stato naturale dell’essere. Può essere condivisa attraverso azioni che nascono dall’amore, dal silenzio, dalla pace interiore, può essere riflessa negli occhi di chi ne è stato toccato, ma non può essere comunicata attraverso le parole.
Chi afferma l’unicità della propria verità, e la impone e difende con il proprio potere, è una persona o un’istituzione pericolosa. Chi indica la strada che conduce alla porta della verità, senza pretendere d’essere creduto, seguito, idolatrato o d’essere il depositario di qualcosa d’assoluto è un buon amico, un folle artista che celebra la sua poesia, ed io amo immensamente la compagnia di questi uomini!
Tags: Ricerca della felicità, Riflessioni sulla vita
Commenti
Grazie Dadrim per le tue sempre illuminanti parole!!!!!!!!
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