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Meditazione

La via del "Chi sono io?" come risposta alla frammentazione interiore

Silvia ha scritto: Nel leggere le sue risposte ho trovato finalmente la descrizione esatta di come mi sento, cosa che riuscivo a stenti a intuire. Ho percepito in me il flusso di vari pensieri ed emozioni condizionanti. Come fare a ritrovare l'integrità di sé allora, considerato che ritenevo di essere sempre stata una persona integra “non-frammentata”? Questa presa di coscienza mi fa stare male, non solo perché non sono realmente in grado di fare una scelta chiara, ma perché non riesco a riconoscermi e capire perché e come sia sorta questa dualità interiore. Come faccio a superarla? La ringrazio anticipatamente per il tempo speso nella lettura di queste poche righe.

Pier ha risposto: Dal mio punto di vista riteniamo di essere integri solo sino a quando siamo totalmente identificati a un obbiettivo, a uno scopo o a degli scopi non in contraddizione. È per questo che la gente non riesce a vivere senza avere qualche fissazione, qualche compito o problema da risolvere. Avere problemi ci dà un senso d'importanza, di significato, di scopo e direzione. Fosse anche il problema di tagliare l'erba con una forbice, va comunque bene. Quando iniziamo a vedere che tagliare l'erba con la forbice è una cosa insensata, iniziano i primi veri guai. Iniziamo a sentire di aver vissuto inseguendo futili obbiettivi, di aver perso tempo e di non sapere dove andare e chi si è. É una sensazione spiacevole, ma è pur sempre l'inizio di una vera possibilità di indagine. La dualità interiore è unicamente frutto della non consapevolezza della nostra essenza, causata dall’identificazione con la mente. Il nostro compito non sta nel comprendere come fare una scelta, ma nel comprendere chi è quel “colui” che fa una scelta.

“Io mi sento frammentata... come faccio (io) a ritrovare l'integrità... io non sono davvero in grado di fare una scelta... come faccio (io) a superare la dualità, la frammentazione?” Dietro ad ogni nostra affermazione, azione, pensiero e sentimento, v'è sempre un “io” esplicitato o sottinteso. Quell'”Io” dovrebbe essere il soggetto della nostra indagine. Chi è quell'”Io”? “Io”, dirai tu! Ma quanto tempo sei stata in compagnia di quell'”Io” nella tua vita? Solitamente non vi stiamo mai perché continuiamo a viaggiare in altri luoghi e con altre compagnie, trasportati dai nostri pensieri, dalle nostre emozioni, da infinite attività mondane o più o meno reali problemi di vita. Prova a sederti, chiudere gli occhi e chiederti: “Chi percepisce un senso di frammentazione? Chi non sa fare una scelta?” La risposta sarà “Io”. Ecco allora che nasce la domanda delle domande: “Ma chi sono io?”.

Se ascoltiamo questa domanda, se ci lasciamo condurre sempre più in profondità, vedremo che non v'è alcuna risposta. Sembra che nel momento in cui ci chiediamo “chi sono io?”, la nostra mente non sappia più nulla. L'”Io” sopravvive unicamente sino a quando v'è qualcosa da osservare, qualche oggetto, qualche scopo, qualche fine, qualche scelta da fare, da valutare, da meditare. Ma se mi fermo per un po' di tempo, ogni giorno, e rimango con la domanda, “chi sono io?”, mi accorgo che pensieri, angosce, domande, dubbi, paure e desideri si attenuano lasciano dentro di me il “Signor Nessuno”! Nessuno che teme alcunché o si frammenta in qualcosa. Rimanere in compagnia di se stessi significa abitare quel silenzio e quello spazio che fanno sempre da sfondo a quella nostra mente ciarlona, sempre indaffarata a tessere le sue trame. E più riusciamo a rimanere in quello sfondo, più diveniamo capaci di vedere come le nostre domande e le nostre angosce non abbiano alcun fondamento.

Tu non sei frammentata, non sei indecisa, non sei nulla di tutto ciò che puoi vedere perché tu sei e sarai sempre e unicamente quel colui che percepisce ogni cosa. Il nostro errore sta nel cadere identificati a ciò che vediamo scorrere sullo schermo della nostra coscienza. È tutta una questione di identificazione della coscienza ed errata percezione. Abbandona gli oggetti delle tue percezioni, rimani con quel colui che percepisce ogni cosa. Rimani in compagnia della domanda: “chi sono io, chi in me che percepisce ogni cosa?” Ogni volta che hai un po' di tempo libero, rivolgi la tua attenzione “al dentro” e lascia fuori tutto il resto. Lascia rimbombare nello spazio della tua mente la domanda: Chi sono io? Se sorgono altri pensieri, chiediti: “Chi li percepisce”. Ovviamente la risposta sarà: “Io!” Ecco allora che ritorna la domanda: “Ma chi sono io?” Non cercare una risposta mentale, non accettarla, ogni risposta del pensiero a questa domanda è fallace. Se ti rispondi qualcosa è solo un ennesimo costrutto della mente, che fa sorgere nuovamente la domanda: “Chi ha risposto alla domanda: chi sono io?”.

Chi sei lo puoi sentire, lo puoi essere, ma non puoi darti una risposta mentale, poiché ogni idea di Sé può solo essere un nuovo oggetto che il Sé percepisce e non certo l’essenza del Sé. Sembra tutto molto filosofico ma se lo meditiamo con un po’ di pazienza è veramente un trucco banale che ci gioca il pensiero.

Se lasciamo semplicemente echeggiare dentro di noi la domanda “Chi sono io?”, cercando unicamente di sentire quell'Io, quella presenza, e non di capire, la risposta verrà, ma non sotto forma di parole.

 
Un abbraccio,
Pier

 

Tags: Equilibrio interiore, Pace della mente

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Commenti   

# elena 2010-11-30 06:33
ogni domanda fatta a se stessi è come un raggio di luce in una buia stanza...è risultato di un forte conflitto interno che riusciamo a prenderlo in considerazione. ..la mia domanda è stata "cos'è il mio bene?" che poi a creato la seconda "cosa posso desiderare per me?" e di seguito "sono libera, ma libera di far cosa?"....viven do, mi sono resa conto che quel momento in qualle mi sono fermata (pensando di non capire più nulla)e mi sono fatta la prima domanda, mi ha aperto la via dentro di me, dentro il mio essere...è come la tana del coniglio, senza fondo, perchè se fossi un fondo, quello sarebbe pure la tana e cioè ESSERE, che non ha nessuna collocazione, nessuna indentità, ma uno puro stato, che non si può ne capire, ne immaginare...BU ON VIAGGIO NEL PROPRIO ESSERE!
# Viola 2010-11-30 06:34
@Dadrim: superlativo questo post. Ci trovo molta ispirazione ad intensificare questa ricerca.
@Silvia: non prenderla male, la coscienza di questa dualità interiore può essere il primo passo di un percorso molto interessante all'interno di te stessa.
# renato farina 2010-11-30 06:35
...sinceramente non mi sono mai fatto quella domanda.
Passato il primo periodo in cui si cerca di capire e non si capisce niente, viene poi l'etá della ragione e cerchi di fartene una ragione... Quindi viene il momento di mollare gli ormeggi dalla famiglia e mi trovai solo "contro" il mondo... Tracciai un punto davanti a me come una meta: Fare...Ho fatto quello che ho potuto e se ho commesso errori sono stati errori umani, senza quasi mai pormi problemi di misticismo o trascendentali...
Se dovessi dare un parere sul mio trascorso posso dire di essere stato nel complesso fortunato.... Due matrimoni,due figlie 2 nipoti e sono rimnasto solo...
Adesso posso farmi quella domanda: Chi sono io? .. Sono stato una frana e non mi sento in colpa!
+1 # matrice 2010-11-30 10:45
Vorrei per chi è interessato farvi visionare un filmato di un taoista molto giovane ma spiritoso e simpatico che spiega la dualità nell'universo.E ' una chiave molto carina di spiegare la caratteristica dell'universo.
Buona visione
Matrice
http://www.youtube.com/watch?v=MqAQ3KO3exQ&feature=related

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