Insonnia: alcune tecniche per dormire
Rino ha scritto: Caro Pier, da diversi mesi non riesco più a dormire bene, faccio una grande fatica ad addormentarmi, ho una miriade di pensieri che mi passano per la mente che mi agitano. Sono stato dal mio medico, il quale mi ha dato delle gocce, ma ho dovuto sospendere la terapia perché mi procuravano più danni che benefici. Durante la notte dormivo abbastanza bene, ma rimanevo poi stordito per diverse ore alla mattina. Sapresti consigliarmi un metodo naturale per dormire meglio, una qualche meditazione? Spero tanto tu possa aiutarmi, ma comunque vada grazie mille per l’attenzione.
Pier ha risposto: La prima cosa che vorrei comunicarti è l’errore insito nel ritenere la meditazione un qualcosa di utile al fine di dormire meglio e vivere in uno stato di maggiore serenità. La pratica della meditazione, a un certo punto del suo percorso, porta sicuramente anche a questo, ma spesso prima di arrivare a ciò dobbiamo passare attraverso fasi più o meno delicate e difficili. Un vero meditatore non vive ricercando la pace e il buon sonno, ma è colui che è disposto a perdere tutto, anche quel che solitamente si ritiene possa dare la pace e il sonno, in nome della libertà e della verità. Se la ricerca finisce poi anche in una qualche forma di pace, bene, meglio. Capisci cosa intendo? Non è mai chi, come prima cosa, ricerca la sicurezza e la tranquillità colui che le ottiene veramente. È solo l’avventuriero che ha la possibilità d’incontrare la bellezza e la meraviglia lungo i sentieri tortuosi del suo viaggiare.
Venendo alla tua domanda, le cause riguardanti lo squilibrio del sonno solitamente sono molteplici e particolarmente rilevanti per la salute del nostro mondo psicofisico. Dalla tua richiesta mi pare di capire, però, che il tuo interesse non stia tanto nel comprendere le forze sotterranee che ti stanno provocando uno squilibrio, ma sia focalizzato sul risolvere o perlomeno attenuare il più rapidamente possibile un disturbo che ti sta recando grossi problemi. Detto ciò, prima di risponderti, non posso esimermi dal farti notare che ogni qualvolta evitiamo di scavare in profondità sino alle radici di un problema, limitandoci a rimuovere i sintomi di un male, il problema non si estingue, ma anzi, inizia a svilupparsi imboccando sentieri nascosti e ben più difficili, poi, da rintracciare. Quando in noi insorgono disturbi del sonno, la nostra psiche ci sta dando dei messaggi che sta poi solo alla noi decidere se ascoltarli e comprenderli o negarli. È anche vero che un disturbo può divenire talmente invalidante da richiedere una sua immediata attenuazione, ma poi sempre dovremmo andare a ricercarne le radici, altrimenti tornerà a ripresentarsi, magari sotto nuove spoglie. Se la porta della tua casa è ostruita da un’edera, tagliare le foglie e i rami che ti impediscono il passaggio ti permetterà sicuramente di entrare in casa, ma dopo poco tempo dovrai ripetere la stessa operazione, facendo sicuramente più fatica, perché si sa che le piante escono sempre rinforzate da una semplice potatura. Ti consiglio di rimuovere l’edera dalle radici. Per questo mi auguro che vorrai usare le tecniche che ora ti consiglierò unicamente come momentanei strumenti, utili ad alleviare degli invalidanti sintomi, sino a quando non riuscirai a comprendere ed eliminare le cause prime dell’insonnia.
Non voglio spaventarti, sto solo cercando d’invitarti ad approcciare le cose con uno sguardo ampio e indagatore, evitando di chiuderti in facili scorciatoie che non portano molto lontano. Hai sentito di quella persona che è andata dal suo dottore lamentando un leggero ma continuo mal di schiena, e quando il medico gli ha fatto notare che portava sulle spalle una brutta, vecchia e obesa signora, questo gli ha risposto: Dottore, ma come si permette, quella che lei ha appena chiamato brutta, vecchia, obesa è mia madre e mica posso lasciarla camminare da sola con tutto il grasso che ha! Si limiti a fare il suo dovere, mi prescriva un antidolorifico!
Le tecniche:
1. Il metodo delle mani infuocate
Quando ti corichi siedi a gambe incrociate sul letto, stendi le bracci di fronte al petto e congiungi i palmi delle mani. Inizia a strofinarli lentamente, aumentando progressivamente la velocità e l’attrito sino a non poter più tollerare il bruciore provocato dallo sfregamento.
Fai una pausa di due minuti e poi riprendi. Ripeti l’esercizio per tre volte, poi sdraiati sul dorso con le braccia stese lungo il corpo e i palmi delle mani rivolti verso l’alto. Infine ascolta il respiro e lascia che si rilassi spontaneamente.
2. Il trucco dell’orologio
Metti uno di qui vecchi orologi che fanno un sonoro tic tac sul comodino. Concentrati esclusivamente su quel suono e cerca di non perdere nemmeno una battuta. Non farti distrarre dalla tua mente, rimani concentrato il più intensamente possibile su quel monotono e stancante suono. Se la tua mente si distrae, appena te ne accorgi riporta la tua consapevolezza al tic tac delle lancette. Puoi anche usare un metronomo, così puoi regolare la velocità dei battiti. Ognuno di noi ha un diverso ritmo mentale che dà più o meno rilassamento.
3. Il Mantra
In silenzio, continua a ripetere mentalmente, sino al sopraggiungere del sonno: “Nel sonno sogno un saggio solitario che siede sulla sabbia…”
4. Il paradosso
Siediti a gambe incrociate sul letto con una tenue luce accesa. Chiudi gli occhi e cerca di ascoltare il tuo corpo, i tuoi pensieri e le tue emozioni. Quando senti sopraggiungere il sonno cerca di non farti sopraffare, cerca di resistergli. Sdraiati e abbandonati solo quando inizi a barcollare e cadere con il capo all’ingiù.
Caro Rino, scegli il metodo che ti ispira di più o provali tutti sino a quando non trovi il più efficace. Non dimenticarti, poi, di controllare se porti una vecchia e grassa signora sulle spalle.
Con affetto e simpatia,
Pier
Tags: Aiuto psicologico
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