Come posso fidarmi di te?
Qualcuno ha chiesto: Come posso fidarmi di te? Chi mi assicura che tu non mi conduca fuori strada?
Pier ha risposto: Ma io non ho mai chiesto fiducia intesa come credo o cieca fede. Semmai desidero l’esatto opposto. Auspico che tu possa valutare ogni mia intuizione e riflessione con la massima attenzione e libertà e che tu le possa mettere alla prova sperimentandole. Indagare noi stessi, i nostri condizionamenti, e vedere cosa rimane quando il falso viene rimosso dalle nostre menti è un esperimento, non un credo o una cieca fede. Non devi credere alle mie parole ma metterle alla prova. Semmai serve solo un po’ di coraggio e voglia di sperimentare, un po’ di fiducia preliminare, nulla più. Ogni cosa che facciamo necessita di un minimo di fiducia preliminare. Prova a pensarci, anche alzarsi dal letto la mattina prevede un minimo di fiducia, perlomeno nel fatto che le gambe ti reggano. Ma questa fiducia non è un credo. Non dici: “Credo a chi mi assicura che posso camminare”. Tu, ogni mattina, ti alzi e cammini, lo verifichi, e scopri che è vero! Il mio intento non è quello di comunicare verità assolute, ma di condividere unicamente esperienze e riflessioni sperimentabili e di conseguenza discutibili! Infatti apprezzo molto chi mi dice: Pier, tu asserisci un mucchio di fesserie. Oppure chi, dopo aver letto e ascoltato, rimane in silenzio per provare a comprendere quel che pensa di aver capito. Chi è in disaccordo con il nostro modo di vedere e sentire è sempre un elemento di arricchimento e di verifica, poiché la confutazione presuppone inevitabilmente un’argomentazione, una dimostrazione, un confronto, e chi ricerca la verità non può mai temere una verifica, perché il suo fine non sta nel voler avere ragione, ma unicamente nello scoprire il reale, il vero.
Se tu mi dicessi di ritenere dannoso e falso quel che dico, io allora ti chiederei delle spiegazione, e solo poi, dopo averti ascoltato e aver riflettuto, ti risponderei. A quel punto potrei dirti grazie per avermi fatto uscire dal mio errore e dalla mia ignoranza, oppure, se il mio sentire e il mio pensare non fossero stati minimamente intaccati dal tuo parlare, ti evidenzierei i limiti e le ombre del tuo ragionare. È solo così che possiamo crescere. Quando le nostre relazioni non hanno fini personali, ma sono unicamente mosse dal desiderio di bene comune e di verità, iniziamo a desiderare e sperare che l’altro non si faccia mai scrupoli nell’indicarci il nostro limite e il nostro inganno, e altrettanto, noi non possiamo fare a meno d'indicare, a chi ci sta a fianco, dove riteniamo che la sua comprensione rimanga impigliata. Ma tu vuoi vedere le catene che ti procurano dolore? Vuoi fare i conti con i tuoi limiti o vuoi qualcuno che ti guidi, che ti porti per mano, che ti diriga? Tutto ciò, per me, è inutile.
Nessuno può conoscere la verità che riposa in noi al posto nostro. Nessuno può darci la libertà, altrimenti che libertà sarebbe? Ciò che ci viene dagli altri, dagli altri ci può esser tolto. Se tu iniziassi ad avere fiducia in te stesso, nella tua consapevolezza, non potresti mai fare una domanda così. Se tu usassi la tua intelligenza, quel che dico ti suonerebbe vero o falso, e la fiducia, come la intendi tu, non servirebbe più a nulla! Certo, ad un certo punto del nostro viaggio servirà un’immensa fiducia per riuscire ad abbandonare i nostri condizionamenti più profondi e incontrare pienamente la Vita, ma questa fiducia supplicherai di riceverla come il dono più sacro. Nulla a che fare con questa tua specie di richiesta di una polizza assicurativa.
Tags: Aiuto psicologico
Commenti
M
RSS feed dei commenti di questo post.