Vivo seduto sulla sponda del torrente.
Questo torrente è il nostro mondo interiore.
Immobile e distaccato osservo la corrente impetuosa, i potenti vortici d’acqua che trascinano sul fondo tronchi d’alberi, carcasse d’animali, oggetti smarriti e mille altre cose strappate lungo i tortuosi sentieri scavati nei secoli.
I vortici e le correnti sono i nostri pensieri che vivono e si nutrono dei detriti del nostro passato.
Immobile e distaccato lascio che la piena del torrente faccia il suo corso.
A volte sento affiorare tremende paure.
Immobile e distaccato, tengo gli occhi chiusi mentre lascio che tutto il caos della mia mente si rifletta nello spazio limpido della mia coscienza.
A volte cado nel torrente e vengo trascinato per metri, a volte chilometri, verso la valle. A volte vengo trascinato sul fondo da enormi mulinelli d’acqua, ma poi, come sempre, tutto d’un tratto mi ritrovo nuovamente immobile e distaccato, seduto sulla riva.
Noi non siamo i nostri pensieri, non siamo le nostre angosce, le nostre paure, le nostre bramosie. Quando smettiamo di voler dominare le correnti del nostro mondo interiore, e semplicemente rimaniamo silenti ed immobili al loro cospetto, pazienti e fiduciosi, scopriamo meravigliati come la violenta piena del nostro torrente interiore si plachi da sola.
Sedetevi, pertanto, lungo le rive del torrente, mentre lasciate che la superficie dell’acqua torni a riflettere le nuvole e le stelle del cielo.
Quando vorrete mi troverete sempre qui, seduto sulla sponda del torrente!
Questa è la mia unica preghiera, la mia sola meditazione!
Pier