Il segreto di una comunicazione efficace
Mark ha scritto: Gentile Pier, volevo condividere un dubbio. Guardandomi intorno, parlando con la gente, noto una cosa, molti di noi non parlano ma “fanno a botte”, giocano a chi grida di più. È come se anziché scambiare un’opinione e costruire un dialogo col nostro prossimo volessimo sempre avere ragione a tutti i costi o semplicemente sfoghiamo i nostri conflitti interiori vomitando su chi ci sta di fronte i veleni che ci girano in corpo. Molti sono come dei fiumi in piena che tutto travolgono, tanto da lasciare l'interlocutore sgomento e senza energie. Battibecchiamo per concetti campati in aria, rivanghiamo il passato di continuo, parliamo sempre degli affari altrui con un pizzico di malizia. Volevo dunque chiederti, come arginare questo fiume? Ad esempio, mentre ascolto una persona che si lamenta di tutto e di tutti, faccio bene a lasciarla parlare a ruota libera o dovrei ascoltare quella mia voce interiore che mi suggerisce di fermare quest'onda d'urto? Cosa pensi? Una comunicazione diretta e onesta può essere utile? Qual è, per te, il segreto di una comunicazione efficace? Come evitare di perdere la nostra serenità i queste circostanze, che, ahimè capitano spesso?
Pier ha risposto: Gentile Mark, è proprio vero, non parliamo per comprenderci ma per affermarci. Troppo spesso non comunichiamo per tentare di condividere pensieri e stati emotivi al fine di aiutarci, ma per sopraffare l’altro. Questo è l’ego: un processo continuo di isolamento e conflitto. Che fare dunque? Non lasciarsi coinvolgere, non entrare in simmetria con il nostro agguerrito interlocutore, ma iniziare a comprendere e sentire tutto ciò che accade in noi e in chi ci sta intorno. Quando non desideriamo vincere l’altro, affermare noi stessi per sentirci migliori, superiori o i più sfortunati e incompresi (che è la stessa cosa, sempre di più in qualcosa ci si vuole sentire, che sia nel bene o nel male poco cambia), in noi non può affiorare l’idea e la percezione di soccombere. Nella sfera spirituale soccombe solo chi desidera partecipare alla lotta. Nel mondo della materia se qualcuno mi aggredisce e io non reagisco o scappo posso essere ucciso, ma nel mondo della coscienza valgono altre regole. Se qualcuno vomita rabbia, offese, cattiverie, e in me non v’è alcuna forma di coinvolgimento, nel mio animo non può affiorare sofferenza alcuna, semmai compassione per la condizione del poveretto che ho di fronte.
Quando comprendiamo che qualunque cosa una persona possa dire in realtà non afferma nulla di reale su di noi ma lascia trasparire unicamente il suo stato interiore, viviamo liberi e in pace. E da questa solida pace troviamo l’energia necessaria per rispondere all’odio con amore, alla violenza con dolcezza, alla paura con fiducia. Ciò non significa che se una persona passa tutto il suo tempo vomitando cattiverie e rabbia io le debba rimanere accanto. Quando la incontro le risponderò amorevolmente, ma qualora dovessi vedere che nulla cambia, che in lei non v’è nessuna intenzione di uscire dal suo dolore, procederò per la mia strada, in fin dei conti ognuno è artefice della sua vita.
Dalla tue prole mi sembra di comprendere, però, alcune cose. Inizi parlando della società in generale, ed è vero, sono d’accordo che la maggior parte delle persone non ascolta, ma poi riporti una sofferenza tua, personale, percepita in un dover rimanere esposto all’attacco di qualcuno. Ciò mi fa pensare che tu stia vivendo un pesante conflitto con una persona in particolare. Se così fosse, è anche vero che ciò che viviamo personalmente lo vediamo maggiormente in ogni luogo. Se vivo un continuo pesante conflitto verbale con qualcuno, ogni piccolo screzio vissuto altrove mi peserà molto di più. Se stai vivendo uno specifico conflitto chiediti perché questa persona abbia il potere di turbarti tanto? Guardati, ascolta, cerca di discernere quale parte di te si sente chiamata in causa, cosa stai difendendo, cosa accade nel tuo animo, senza giudicarti o giudicarla. Quando le cose ti saranno più chiare non ti sentirai più un muro su cui vengono lanciate parole di pietra, ma ti percepirai come una finestra aperta attraverso cui ogni cosa passa senza lasciare traccia. Cosa può accadere ad una coscienza priva di difese?
Se in noi matura tale disposizione mentale di apertura potremo stare accanto anche alla persona più sofferente offrendole sempre una possibilità di accoglienza e ascolto. Ed anche qualora non volesse essere accolta, perché troppo persa nel suo dolore, ma cercasse unicamente un avversario, un oggetto su cui sfogare tutta la sua follia, è probabile che sarà lei a chiudere il dialogo e ad andarsene non sopportando il contatto con una possibilità di vero ascolto. Chi non sopporta il proprio volto di dolore non può stare troppo a lungo accanto ad uno specchio di consapevolezza. È anche vero però che a volte la follia è così tanta e profonda che non ci resta altro da fare che proseguire a passi lungi e ben distesi per la nostra strada.
Tags: Equilibrio interiore
Commenti
o c'e' altro che volevi intendere? da capire?
un caro saluto a tutte le Anime
Dadrim
ma questo è il punto di vista di uno che ha imparato suo malgrado, che non sempre chi ha fame.. ha il frigorifero vuoto... spesso è una mera recita
Se chi si lamenta ha il "frigorifero pieno" e probabilmente la testa vuota, è egoismo il mio lasciarlo alle sue inamovibili convinzioni per andare a spendere il mio tempo con chi realmente ha il frigo vuoto e desidera una mano per riempirlo?
Voler fermare le lamentele di chi ritiene di essere nel giusto, significa porsi nella condizione di ritenere d’essere altrettanto noi nel giusto, e così dove sta la differenza, chi ha ragione, chi ha torto? Nella lotta tra due ragioni non si uscirà mai vincenti. La mente vive nel giusto e nello sbagliato, nel bianco e nel nero, il cuore nella gioia o nella compassione. Chi vive radicato nel cuore trascorre la sua vita nella pace del proprio silenzio, nella gioia e nell’amore che nascono dal vedere altre persone crescere, fiorire e celebrare la vita, e nella compassione infinita per chi fa del male o si fa del male. Il cuore a volte può trasformare, sciogliere i blocchi di chi vive nella mente e nel dolore. La mente non aiuterà mai un’altra mente a usciere dalle sue prigioni, al massimo si incateneranno ancor più vicendevolmente nell’odio e l’incomprension e, e, per fare un esempio, questo è il primo motivo per cui in Italia vi sono 207.240 avvocati, circa 5.826.440 procedimenti penali pendenti e 5.600.616 procedimenti civili.
Chi vive nel cuore a volte è duro, apparentemente può anche sembrare spietato, freddo, ma se la corazza di chi gli sta difronte lo richiede questo sarà. La differenza fra la durezza di una persona che ci parla partendo dal cuore e quella di una persona che parte dalla mente è l’intenzione e la direzione. Chi parte dal cuore non parla mai per se stesso, poiché di sé non ha più un’idea da difendere, ma comunica unicamente con l’intenzione di aiutare chi gli sta di fronte.
Chi parte dalla mente ha delle idee che ritiene giuste e queste sue idee sono più importanti della persona che gli sta di fronte. Ecco allora che le nostre idee divengono motivo di divisione e violenza, divengono più importanti della vita stessa.
Se partendo dal cuore generiamo idee, le nostre idee saranno sempre mobili, morbide, funzionali alla vita, alla relazione e al cambiamento. Se partendo dalle idee immaginiamo l’amore e la compassione ci stiamo solo illudendo, e rischiamo di divenire estremamente pericolosi.
Gentile Nino, tu dici:Citazione: Mi sembra che la tua visione delle cose si muova all’interno di un piano sociale, etico, politico e sono pienamente d’accordo. Ma vi sono poi tutte quelle dimensioni che esulano da forme di ordinamento sociale e si estendono nel campo della pura coscienza. Da chi indirizziamo chi sente l’ingiustizia di aver perso un figlio a causa di una malattia? Da chi mandiamo chi vive nell’odio perché è cresciuto respirando odio e violenza? Come attiviamo chi si sente sprofondare nella depressione e nell’angoscia? Come rispondiamo a chi non trova senso a questa vita perché esiste la morte?
Per me l’unica risposta sta nell’entrare dentro di sé sino a risvegliare la consapevolezza di quella Coscienza divina che splende al di là di ogni male, oltre ogni forma della mente, ignoranza di questa umanità.
Non sono un sognatore, non parlo di filosofie astruse, ritengo di invitare le persone a compiere l’unica cosa saggia e veramente concreta: trovare il fondamento di questa esistenza, il mattone su cui poggi ogni nostro respiro, pensiero, battito del cuore. Senza questo mattone che senso ha l’intero edifico che andiamo costruendo per una vita intera? Senza le fondamenta, quando arriverà il terremoto della morte, dell’infermità o della malattia tutto andrà in pezzi. Non credi?
Dadrim
Continuo domani,cioe' piu' tardi
Buonanotte Anime infuocate..
stesso giudicato? C'e' qualche parte di te che in qualche modo ha o ha avuto a che fare con la parola Giustizia? nel senso piu' ampio del suo termine,un torto subito,una causa persa,ecc..Sono queste le domande che io mi ponevo sempre prima.E dopo,interrogan domi, e aver capito come era la mia personale relazione e vissuto con la giustizia,(per esempio,rubavo) ,pian piano mi e' venuto naturale ed inevitabile non giudicare nessuno,ne' mettermi nelle condizioni di arrivare ad estremi verbali,e confronti inutili,sopratu tto con persone cosi ostiche
che mai vedrebbero oltre il loro naso.Sempliceme nte assumo una posizione,anche fisica,passiva, distaccata,anch e se attenta.E succede che non avendo aria (me) per alimentare il fuoco delle sue parole,tutto scema,si placa,si esaurisce.Dispo nibilita',atten zione,altruismo ,servono in uno scambio costruttivo,all a pari,dove l'altro e' disposto allo scambio libero, sereno civile,ma sono del tutto inutili con alcune persone,e' come dar da mangiare caviale ai porci,a quel punto,senza giudizio e malanimo,gli si gira le spalle..tenendo per se solo le cose che in quel contesto ti sono servite per migliorare.E ci si sente sempre piu' ricchi,piu' forti,piu' umili..
Caro Nino,sento aleggiare nelle tue parole tanta amarezza ben nascosta dentro frasi dure e sarcastiche,io ti sento Divino,perfetto cosi come sei,guardati e ti Vedrai!
io ragiono in maniera collettiva, io non riesco a star bene con me stesso se non faccio (nei limiti che mi consente la mia vita) qualcosa per non lasciare questo mondo marcio ai miei figli e ai miei futuri nipoti.. io amo la vita non solo la mia, io non me la sento di girarmi e andarmene se prima non cerco di indurre una reazione ..di seminare il dubbio.. nel mio nemico.
quel che occorre a noi tutti è il ritorno all'uso del BUON SENSO, non c'è Dio ne Buddha che non professino altro che il buon senso.. detto ciò torno a ribadire che la vostra capacità di estraniarvi alla ricerca di soluzioni interiori la invidio.. ma a me non basta
Quando ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti,sognavo di cambiare il mondo.
Diventato piu' grande e piu' saggio,scoprii che il mondo non sarebbe cambiato,per cui,limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita,in un ultimo disperato tentativo,mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia,le persone piu' vicine a me,ma ahime',non vollero saperne.
E ora,mentre giaccio sul letto di morte,all'impro vviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei potuto cambiare la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento ,sarei stato in grado di migliorare il mio paese e, chissa',avrei potuto anche cambiare il Mondo!
venendo alla frase ..scusa l'arroganza ma credimi che un p'ò di quel percorso descritto l'ho.. portato a termine, il mio paese è Milano e quindi difficilmente può esser cambiato sebbene la trovo una città che più delle altre ha accettato i cambiamenti dovuti ad una città "globale" (un è anche merito dei movimenti che negli anni l'hanno animata) la..famiglia.. bha ho due figli a cui non riesco a rimproverare nulla di "etico".. si comportano, con gli altri, come vorrei e con noi come.. mi sono comportato io con loro.. ovvero con allegria e sentimento.. cosa che procura loro amicizie e rapporti umani raramente deludenti ( anche per me è lo stesso).. nei miei 41 anni lavorativi MAI ho incontrato ex colleghi/e che fingono di non conoscermi, in tutti ho lasciato buoni ricordi ..e spesso me riconoscono gratitudine per averli affiancati in qualche loro tribolazione (non che non ne avessi già di mie.. ma proprio per quello..) ..ciò mi porta a concludere che è proprio con l'esempio disinteressato e un comportamento semplicemente CORRETTO che chi ci sta intorno è portato ad un comportamento altrettanto "puro". Non starò qui a dirti che anch'io l'ho presa in quel posto più volte anche da chi ritenevo amico.. ma poche volte e il più delle volte la cosa mi ha fatto migliorare.. quindi la ricerca interiore se finalizzata ad un percorso collettivo è un ottima traiettoria per tentare di cambiare il mondo se è un tranquillo anfratto da dove poter vedere quel che accade attorno a noi senza rischiare di esserne coinvolti non va bene. Hai 4 figli e hai il dovere di "passar" loro un mondo dignitoso
Come vedi non e' necessario "armarsi e partire" per diffondere il bene,l'Amore,l' altruismo,il rispetto la gratitudine,, ed anche da un piccolo anfratto si puo' far tanto,il mio anfratto e' la mia casa,il mio posto di lavoro,i centri che frequento.E i miei "messaggeri" sono proprio le persone che frequento tutti i giorni,riempend o ogni gesto, ogni parola di Sacro intento,con incondizionato cuore puro ed esempio,loro portano a loro volta nelle loro case e relazioni gli stessi intenti,e cosi via..
L'Amore come l'Odio,si diffondono,cont agiano, vibrano sulle e dentro le nostre menti,anche se partono da una fessura.Non credo sia necessario andare in piazza o in capo al Mondo,quella piazza o quel Mondo visualizziamoli dentro di noi,e riempiamoli del nostro intento migliore,chi ci sta accanto se ne accorge,lo avverte.
Anche e sopratutto i miei figli,talvolta mi prendono affettuosamente in giro,intanto incollano sull'armadio le tante frasi che io spesso gli scrivo, di Osho e tanti altri..sulla Vita e le sue infinite sfaccettature.. Mia figlia,sul comodino ha fatto una cornice con una bella preghiera che le avevo scritto,e incollato sul cassetto un cartoncino rosso con sopra scritto GRAZIE,Mamma,mi dice,cosi appena mi sveglio tutte le mattine lo vedo e sono costretta a dirlo,cosi non mi dimentico..fors e l'avra' detto ad un'amica,e l'altra ad un'altra ancora..Io sono felice di questi piccoli gesti,e non mi ritengo una codarda perche' non mi butto nella mischia a far casino verbale e fisico,ma preferisco,dal mio piccolo anfratto,diffon dere quel poco di buono che c'e' in me,sicura che qualcosa arrivera' a chi e' disposto ad accogliere..Com e dice Dadrim, il silenzio assorda..
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