Dentro o fuori
Elisabetta ha scritto: Caro Pier, mi chiamo Elisabetta e vorrei avere un confronto con te riguardo ai rapporti sociali nei quali ci scontriamo tutti i giorni e di cui ne gioiamo e ne soffriamo a seconda delle situazioni. Io delle volte ho la sensazione di essere molto "strana" confrontandomi con la maggioranza delle persone. Ho la sensazione netta di essere malata di serietà, di rispetto, di sensibilità e voglia di sapere.
La maggioranza vive una vita fatta di casa e lavoro, non hanno ambizione di conoscere, viaggiare, sapere o prendere conoscenza di nuove culture e religioni. Delle volte sto male sapendo che vedrò e capirò molto poco di tutto quello che il mondo, meraviglioso, mi può trasmettere nel senso di “conoscenze”, e so che il bagaglio di vita alla fine sarà molto piccolo, ma l'unica cosa che non voglio fare è farmi condizionare. Cercherò fino all'ultimo di ragionare su quello che è giusto o sbagliato, anche se delle volte è difficile.
Pier ha risposto: Cara Betty, la maggior parte delle persone non vive ma vegeta, accetta tutto quel che gli viene raccontato, fatica e lotta per raggiungere obbiettivi che sono unicamente il frutto di un adeguamento a un pensiero comune. Se ci accorgiamo di tutto ciò significa che in noi qualcosa si sta risvegliando o forse che quella nostra piccola vocina interiore è riuscita a non farsi completamente zittire nonostante tutto intorno a noi, sin dal nostro primo giorno di vita, abbia lavorato per sopprimerla. Dal mio punto di vista il problema comunque non sta nel vivere fra casa e lavoro o girare il mondo e conoscere mille culture e religioni. Il vero problema sta nello scegliere se vivere scoprendo chi siamo o vivere ignari di noi stessi. Sai, ho conosciuto persone molto ignoranti, cioè prive di cultura, ma estremamente sensibili, serene, oneste, semplici e capaci di grande introspezione ed empatia. Ho poi conosciuto troppe persone che hanno avuto tutte le possibilità di studiare, viaggiare, conoscere tutto quel che oggi è investigabile, e nonostante ciò le loro menti e i loro cuori sono aridi, insensibili, oscuri, astuti, complessi, quanto stupidi e pericolosi.
Possiamo girare il mondo e studiare l'intera enciclopedia, ma se non spendiamo altrettante, se non maggiori, energie per scandagliare l'animo umano, in primis il nostro, tutto risulterà vano. Tu dici: “Delle volte sto male sapendo che vedrò e capirò molto poco di tutto quello che il mondo, meraviglioso, mi può trasmettere nel senso di “conoscenze”, e so che il bagaglio di vita alla fine sarà molto piccolo”. È vero, se ricerchi unicamente la conoscenza esteriore morirai con un bagaglio molto piccolo, ma infondo tutti noi moriamo con un bagaglio estremamente piccolo.
La conoscenza è infinita, quel che oggi sappiamo domani sarà superato, e così per sempre. Questo è il processo dell'evoluzione scientifica, del sapere umano rispetto ai fenomeni dell'universo. I più grandi intellettuali, scienziati o viaggiatori che oggi vivono su questo pianeta moriranno sicuramente molto più ricchi di conoscenze di quanto lo potremmo essere io e te, ma rispetto al mistero ultimo dell'esistenza, lasceranno questo mondo stringendo fra le mani un granello di sabbia se non si sono scrutati un po’ interiormente. Diversamente, chi ricerca la conoscenza di sé, dell'animo umano e del significato ultimo della vita finirà i suoi giorni con un sorriso sulle labbra vedendo che in lui non v'è un'infinita conoscenza che sempre gli sfuggirà, ma unicamente un infinito amore di cui farà per sempre parte.
Tags: Equilibrio interiore
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