Sulla solitudine interiore, l'impermanenza e l'effimero
Antonella ha chiesto: Ciao Pier, da quando ho iniziato il percorso interiore, sento sempre più il bisogno di stare sola, allontanando sempre più l'effimero. Ma tutto è effimero guardando con il concetto di impermanenza. Come conciliare la quotidianità?
Pier ha risposto: Cara Antonella, il bisogno di solitudine, quando si inizia il proprio viaggio alla scoperta di sé e della vita, ritengo sia un fatto inevitabile, proprio perché la ricerca spirituale, nella sua essenza, è totale accettazione e sperimentazione della natura solitaria del nostro Essere. Quando entriamo in noi stessi scopriamo che la solitudine è la natura della nostra Essenza e che proprio grazie a lei ci è possibile essere veramente liberi e amare. Per amare è indispensabile riappropriarsi della solitudine interiormente, altrimenti si finirà sempre per dipendere e possedere, ma per poter incontrare e godere la propria solitudine bisogna, più d’ogni altra cosa, desiderare la libertà.
Viviamo la nostra solitudine interiore, coltiviamola, lasciamola crescere, sino a farla divenire una maestosa montagna dalla quale poter osservare, liberi dalle opinioni, dalle assordanti chiacchiere del pollaio che si estende giù a valle. Ma la solitudine di cui parlo, nasce sempre e solo dall’imparare a stare con gli altri rimanendo centrati nella propria consapevolezza, nella propria libertà di pensare, parlare e sentire. La solitudine di cui parlo non è isolamento dal mondo o dalle proprie emozioni, ma è quel grande distacco necessario a osservare e comprendere totalmente e profondamente ogni cosa, per poterla poi affrontare e vivere in piena libertà e con sensibilità. La solitudine di cui parlo mostra la sua realizzazione solo se cresce tanto quanto in noi cresce l’amore e la comprensione per chi ci sta accanto.
Nella tua domanda dici: “Sento sempre più il bisogno di stare sola, allontanando sempre più l'effimero. Ma tutto è effimero guardando con il concetto di impermanenza. Come conciliare la quotidianità?” Dal mio punto di vista nulla è effimero in questa vita, le cose divengono effimere unicamente quando vengono utilizzate strumentalmente dalla nostra mente per il raggiungimento dei suoi scopi. Quando ci abbarbichiamo alle cose, alle persone, alle situazioni, ai posti, alle memorie, è solo allora che, pensando all’impermanenza di ogni cosa, tutto ci appare effimero. Ma tale interpretazione è corretta? Effimero semanticamente significa unicamente “di breve durata”, ma noi quando usiamo tale concetto vi aggiungiamo sempre un senso di insignificanza, di dolore e tristezza, non è vero? Ecco allora che il problema sta in noi e non nelle cose. Noi dividiamo la vita fra ciò che ci dà piacere e ciò che ci dà dolore, ritenendo poi effimero, cioè insignificante, ciò che ci dà piacere perché lo scopriamo di breve durata, e definendo insensato e ingiusto ciò che ci dà dolore perché non combacia con il nostro desiderio. Ecco allora che riduciamo la vita a un mezzo per i nostri scopi che non ci soddisfa, rimanendo confinati fra la percezione di un piacere effimero e di un dolore ingiusto. Un rapporto sessuale, un amore, un bacio, un sorriso, un fiore, un tramonto sono cose effimere, questo pensiamo quando iniziamo a comprendere l'impermanenza delle cose. Ma non diciamo mai che la morte è effimera, il dolore o le gravi conseguenze fisiche di un incidente stradale sono effimere, queste cose, per noi, sono sempre ingiuste, insensate.
Ciò che ci fa soffrire dilata immensamente il tempo, sembra eterno, sembra che non debba finire mai. Pensa a una vita in carrozzella, nessuno direbbe mai che è cosa effimera, ma facilmente useremmo parole come: che dura prova, che strazio, che forza, che tormento… Effimero non sembra addirsi al dolore, eppure anche questo è impermanente, ma noi non ce lo ricordiamo mai, per il semplice motivo che la nostra mente ha deciso a priori ciò che è bene e ciò che è male poiché legge la vita partendo sempre dai suoi apriori. Ma io sostengo che nulla è effimero se vissuto e sperimentato sino all’ultima goccia. Un bacio, se dato con amore e passione, non può avere fine, anche se l’evento fisico non dura più di qualche secondo. Un sorriso, se nasce dall’anima e raggiunge il cuore di un'altra persona, crea un ponte che nessuna guerra può abbattere, nemmeno la morte. Chiamiamo effimere le cose del mondo perché le nostre menti non riescono a vedere oltre la superficie mutevole del corpo della vita. Dobbiamo quindi imparare a guardare e sentire attraverso lo specchio limpido della nostra coscienza, perché solo così potremmo scoprire l'armonia nascosta dietro alla superficie mutevole del mondo!
Mi chiedi: "Come conciliare la quotidianità?" Non dobbiamo conciliare nulla, smettiamo semplicemente di dividere la realtà e vedremo che tutto è sempre stato perfettamente conciliato in se stesso. Vivi totalmente, ama totalmente, soffri totalmente e la parola effimero non farà mai più parte del tuo vocabolario interiore.
Tags: Crisi spirituale
Commenti
succede anche a voi ogni volta che leggete una nuova risposta-rifles sione di Dadrim di sentire una energia nuova che spinge, un amore nuovo verso voi stessi e verso gli altri e il mondo intero?
A me succede addirittura di sentirmi più bella e in qualche modo appagata...
Ogni volta, vorrei descrivere le mie sensazioni nei commenti, gridare forte per unirmi agli altri che provano le stesse emozioni, ma poi non lo faccio, perché non trovo parole adatte, mi sembrano tutte banali. E' DIFFICILE AGGIUNGERE O TOGLIERE QUALCOSA A QUELLO CHE CI COMUNICA DADRIM!
COME HO SCRITTO ALTRE VOLTE, SAREI FIERA DI PORTARE LA SUA BANDIERA PERCHE' E ASSOLUTAMENTE CON-VINCENTE!
SM
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