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Amore e relazioni

Sulla banalità delle nostre relazioni

CaffèConsuelo ha scritto: Ciao Pier, ho ventun anni e sino a pochi mesi fa la mia vita scorreva apparentemente tranquilla tra lavoro e università. Dietro una facciata di presunta normalità ho sempre convissuto con un malessere sordo al quale non ho mai voluto dare ascolto fino in fondo. Stavo male qualche sera, mi facevo un pianto e poi continuavo a vivere senza pensarci troppo, nascondendomi sotto una maschera di falsa tranquillità. Ma ad un certo punto, inspiegabilmente, uno strano evento fece crollare ogni mia difesa.

Accadde in metropolitana, seduta in un vagone pieno zeppo di gente sento una voce femminile profonda giungere a me in un canto stanco e malinconico. È una donna dell'est, una delle tante persone che nelle nostre città offrono musica e spettacoli di strada in cambio di qualche euro. Non so come spiegarlo ma incontrando gli occhi di quella donna ho visto me stessa. Ho visto la mia disperazione, l'indifferenza della gente, la paura e il vuoto nascosti nel cuore delle persone. Non dimenticherò mai la profondità di quello sguardo, è stata la prima volta che specchiandomi negli occhi di qualcuno ho visto la mia solitudine. Avrei voluto stringerle le mani e abbracciarla, ma non ho avuto il coraggio di fare nulla, sono rimasta immobile, impietrita. Da quel giorno però tutto è cambiato. Ho iniziato a non sopportare più la superficialità nei rapporti umani, le frasi e i discorsi di circostanza. Ho abbandonato quasi tutte le relazioni e mi sono chiusa sempre più in me stessa per cercare di capire che cosa sono realmente, quale essenza si nasconde dietro le tante maschere che indossiamo.

Da quattro mesi circa sono nella confusione più totale, ho abbandonato lavoro e studi, esco di casa solo per andare al parco, e questo ha provocato la rabbia dei miei genitori. Sono diventata la pecora nera della famiglia, una disadattata. Non credo più in niente, non so più nulla: chi sono, cosa voglio, cosa devo fare. L'unica cosa di cui son certa è che non voglio ritornare come prima, non voglio più vivere cercando di adattarmi ad una normalità senza significato, vorrei solo scoprire chi sono realmente, qual è l’essenza più vera di questa nostra vita.

Un caloroso saluto,
Consuelo

Pier ha risposto: Cara Consuelo, sono d’accordo, spesso la pochezza delle nostre relazioni è disarmante, ma è anche vero che ogni individuo nasconde dentro di sé il potenziale di una bellezza e una vastità insondabili. Sfortunatamente, però, questa possibilità sfugge alla maggior parte delle persone, sia per quanto riguarda loro stesse che chi le circonda. Viviamo superficialmente perché ci conviene, perché è più semplice e meno spaesante. Se fossimo capaci di sentire lo stato d’animo di chi ci sta accanto solo fermandoci un po’ a chiacchierare con lui, guardando semplicemente nei suoi occhi e percependo la peculiare intensità che ogni stato d’animo emana, ti immagini che tormento, che fatica, per una coscienza che non è nemmeno in grado di percepire e accogliere i propri stati interiori? Non riusciremmo ad arrivare vivi a sera! Per vedere e accogliere l’altro si deve prima aver fatto spazio dentro di sé. “Come stai? Bene, e tu? Bene, bene, salutami Tizio e Caio, devo scappare ora, ciao, ciao! Stammi bene anche tu, ciao!”. Questa è la sostanza della maggior parte dei nostri incontri, alla meglio condita con un pizzico di politica, calcio e pettegolezzi. Ci troviamo per passare il tempo, per intrattenerci, per dimenticare noi stessi.

Ok, le cose stanno così, ma non le possiamo certo risolvere con l’isolamento. Possiamo conoscere noi stessi e gli altri unicamente attraverso lo specchio delle relazioni. Senza relazione, contatto, incontro, scontro, confronto, non v’è alcuna possibilità di comprensione, non c’è vita, non c’è amore. La cura alla nostra povertà esistenziale nasce dal coraggio di vivere il più consapevolmente e intensamente possibile ogni relazione che instauriamo con persone, cose, idee e sentimenti. Credo si debba imparare ad essere sempre più aperti e sensibili a tutto quel che accade dentro e fuori da noi, per riuscire a comprendere e dissolvere i condizionamento e le paure che ci isolano e pongono gli uni contro gli altri. Non è certo chiudendosi in sé stessi che potremo incontrare l’essenza più vera di questa nostra vita. L’incontro con gli occhi di quella cantante di strada ti ha cambiata, bene, ma questo è solo l’inizio. Quanti occhi ancora potrai osservare con totale abbandono, sensibilità e attenzione? Quante altre relazioni ti lasceranno doni inestimabili? Spero infinite! Le nostre vite sono spente perché noi siamo addormentati. Non sono gli altri il problema. Se ci accorgiamo che le nostre relazioni sono superficiali, d'ora in poi possiamo entrare in relazione con un’energia più intensa, con l’intenzione di rendere ogni istante un momento di sperimentazione e scoperta. Ognuno di noi, specchiandosi nell’altro, dovrà scoprire molte maschere prima di iniziare ad intravedere qualche bagliore del suo “volto originale”, ma per fare ciò ci si deve mettere in gioco, si deve agire.

Pertanto gettati nel “fiume” della vita con tutta te stessa, metti tutta la tua energia in ogni cosa che fai, desidera le cose più alte e sublimi affinché tu possa evitare di ricadere vittima della noia e dell’aridità. Goditi l'università, la famiglia, gli uomini banali come i più geniali, assapora ogni cosa, dal caffè della mattina all’ultima stella della notte che osserverai svanire ascoltando il mormorio di un nuovo giorno, innamorati!

 
Un abbraccio,
Pier

 

Tags: Emozioni

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Commenti   

# Fabio 2010-04-02 10:08
Ciao consuelo,mi ci sono ritrovato nel tuo intervento,è ciò che ho vissuto anch'io e la riflessione che fai è del tutto normale soprattutto se sei una persona sensibile(cosa che traspare da come scrivi)e se vivi in una grande città(come me che vivo a milano),posso dirti che non devi temere ciò che ti sta accadendo ma,come dice Dadrim,diventa consapevole di ciò che stai attraversando,n on sentirti un alieno e non sminuirti se gli altri ti considerano la pecora nera della tua famiglia,se gli amici si interrogano sul fatto che sei diventata matta...questo è un momento radicale e servirà prenderne coscienza,sei una persona umana e i tuoi pianti solitari erano solo l'indice di un malessere che covavi dentro e che ora stai realizzando...t i parlo per esperienza personale,tempo fa anch'io mi rivolsi a Dadrim e gli chiesi consiglio le sue parole mi fecero riflettere e sicuramente grazie a lui e ad altre situazioni ora sto meglio è un periodo positivo della mia vita,ma la realtà è che so benissimo che dietro l'angolo ci sarà ancora titubanza e tristezza,è naturale perchè questa è la vita,ma ho imparato che ogni volta che passo un periodaccio risorgo più forte come un fenice,fidati consuelo quando uscirai da questo periodo sarai più forte e consapevole di prima,ma l'unico consiglio che ti do è di non autocommiserart i o di dare la colpa alla pochezza delle relazioni,quest a società è malata è vero ma non tutti i fiori sono marci ed in ognuna delle persone che incontri potrai trovare dei lati positivi!insomm a la vita è una scelta!spetta a te cosa fare o non fare e nessuno potrà mai dirti chi sei o sperare che gli altri lo capiscano...ma sii felice perchè la tua unicità è l'essenza del mondo e il motivo per cui vieni apprezzata per ciò che sei!diventa ciò che sei e sboccia!forse ti ritroverai in queste citazioni,un abbraccio ed in bocca al lupo!

L'uomo é difficile da scoprire, ed egli é per se stesso la più difficile delle scoperte. (Nietzsche)

Non sarai mai felice se continui a cercare in che cosa consista la felicità. Non vivrai mai se stai cercando il significato della vita. (Camus)

Ognuno vede quello che tu sembri, pochi sentono quello che tu sei.(macchiavel li)
# athena 2010-04-04 20:23
è davvero molto bello questo "post"...
un grande abbraccio ...a chi lo riceve.

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