Due animelle di metallo

In profondità hai paura di trovare soddisfazione aggrappandoti alle cose del mondo perché sai che non permettono vera felicità duratura. In qualche modo, in qualche luogo della tua coscienza, sai che tutto ciò che viene dal mondo estero è fragile e breve come una foglia primaverile. Vedendo ciò ti aggrappi ad un’idea di te dolorosa. Così facendo puoi almeno credere che sia questo il problema reale. Puoi provare ad illuderti raccontandoti che tu sei sbagliata e che se tu non fossi così le cose andrebbero meravigliosamente. Bella balla dico io! Che tu te la racconti in un modo o nell’altro, che ti rannicchi in te stessa impaurita o che ti perda in sogni di potere e realizzazione la realtà non cambia: sino a quando non troviamo il significato ultimo di questa nostra vita, paura e dolore ci seguiranno come cani feroci. C’è chi si identifica con un’idea di sé brillante e la difende con tutte le sue forze. C’è chi si perde in un’immagine di sé miserabile, ed altrettanto la difende con tutte le sue forze (tu lo sai bene), ma poco importa quale sia la maschera che scegliamo per non fare i conti con la nostra terrorizzante ignoranza esistenziale.
La morte è sempre prossima, si avvicina giorno dopo giorno, e l’unica cosa certa è che noi non abbiamo la minima idea di chi siamo, da dove veniamo e dove finiremo. Questa è la verità che si cela dietro le nostre maschere. Una verità che ci terrorizza così tanto da poterci persino spingere a voler credere in un idea di noi stessi talmente dolorosa da non poterla più mantenere in vita. Nei fatti, però, siamo così terrorizzati dalla morte, dal suo toglierci ogni possibilità di scelta e fantasia di potere, da volerci persino raccontare che siamo noi a deciderla e non è lei a comandarci.
Due animelle di metallo vedono un enorme magnete avvicinarsi. Una, d’un tratto, dice all’altra: “Ho una grande voglia di raggiungerlo”. L’altra replica: “Anch’io. Ho mille cose da fare, ma voglio rimandare”. La prima: “Si, credo che rimanderò anch’io, anzi, prima che si avvicini lui a noi corriamogli incontro, non vorrei che ci pensasse scortesi o timorose”. Ma qual è il senso ultimo di questa nostra vita? Lo si scopre, o meglio lo si diviene, imparando ad essere totalmente liberi da ogni idea di sé. Solo quando la mente tace si può iniziare a percepire la “musica” della Vita.
Se sei disposta a perdere la vita per perdere i tuoi condizionamenti, nulla ti costa perdere i tuoi condizionamenti per ottenere una vera vita.
Un abbraccio,
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