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Il “Ciuffone”, Obama e Hillary: W l’America!

Donald TrumpL’America colta, moderna, giovane, progressista e liberale è in piazza, sconvolta, arrabbiata, spaventata. O perlomeno così ci raccontano. Qualcosa di tremendo gli è accaduto dopo che la maggior parte dei suoi connazionali ha votato Donald Trump. 

Da un sito a mio avviso attendibile nei fatti che riporta apprendo che università e scuole superiori statunitensi stanno offrendo “safe spaces”, spazi sicuri dove i giovani possano proteggersi dai traumi di questi ultimi eventi.

La Illinois State University ricorda ai suoi studenti che l’istituto dispone di un “Servizio di assistenza psicologica” (Student Counseling Service) ove “Il consulente vi può aiutare a verbalizzare i vostri sentimenti, trasformare la vostra angoscia in azione, e auto-consolarvi”. Fra le tecniche di “auto-consolazione” (self-soothing) sono indicati: succhiare   una caramella dura, guardare le nuvole, prendere un bagno caldo.

 

Alla Miami University, il Women’s Center annesso alla Facoltà di Studi Internazionali offre “spazio di sostegno   condiviso” a tutti coloro che “vivono nella paura e nel dolore” dopo la vittoria di Trump. Perché “la campagna di Trump ha alzato le possibilità dell’oppressione delle comunità vulnerabili e sistematicamente emarginate. Molti studenti oggi non si sentono sicuri”.

Quando i soldati americani tornavano in patria a migliaia in casse di legno uccisi in un luogo sperduto del mondo combattendo una guerra folle e vergognosa (non saprei come altro definirla) non mi pare d’aver visto tutto questo fervore e sdegno di piazza, o perlomeno i media tacevano. Quando iracheni e afgani morivano come mosche sotto le bombe di zio Sam e dei suoi amici internazionali non ricordo un chiasso simile per le strade, nei giornali e telegiornali del mondo. Ma ora, adesso che uno “strano individuo dal ciuffone biondo” sale alla Casa Bianca asserendo di voler fermare l’escalation di tensione fra America e Russia, che l’obbiettivo comune è sconfiggere il terrorismo internazionale, che l’immigrazione clandestina va impedita, adesso sì che le cose sono insopportabili! Lo so, lo so! Asserisce anche cose folli, una fra tante è l’intenzione di aumentare la libera circolazione di armi, e chi mi conosce sa quanto abbia scritto in merito ai danni immani che il possesso di armi produce nel mondo, e soprattutto ovviamente negli Stati Uniti d’America. Infatti non sono qui per fare l’apologia del “Ciuffone”. Vorrei solo evidenziare delle incongruenze e delle cecità a mio avviso tragiche quanto comiche se non fossero tremendamente pericolose.

L’Europa come un cane abbandonato lungo l’autostrada a ferragosto ha subito iniziato a guaire spaventata e irritata: “Dovete dirci immediatamente cosa intende fare il “Ciuffone” con la crisi Ucraina, la Siriana, la Turchia, la Russia, la Cina…, aiutoooo quanti sono!!!” Tradotto: “Stavamo eseguendo i compitini alla lettera, alla perfezione, abbiamo perso miliardi con le sanzioni alla Russia, stavamo già rifacendo il muro di Berlino solo un po’ più a nord, ci stavamo anche rimettendo le divise che avevamo negli anni cinquanta, quando iniziavano i “godibilissimi” tempi della “guerra fredda”, non diteci ora che è stato tutto inutile e che ce lo stavamo “facendo mettere” per niente. Mamma e papà a “stelle e strisce” non vorrete mica divorziare, litigare e confonderci, altrimenti noi cosa faremo? Ci dovremo assumere delle responsabilità e fare un vero lavoro?!” Son certo che i “bambaccioni” di Bruxelles si stiano ponendo questi angosciosi quesiti (e poi erano loro ad appellare in questo mondo i giovani senza lavoro che vivevano ancora a casa con i genitori: Padoa Schioppa docet).

Juncker, presidente della Commissione europea, con ghignetto e supponenza dà serenamente al nuovo presidente degli Stati Uniti dell’ignorante politico e geografico (consolante considerando quel che solitamente dice dell’Italia – sic!), un ignorante che farà perdere tempo prezioso. Implicitamente chiarisce oltre ogni dubbi, se mai ce ne fosse ancora uno, che è in corso un piano ben preciso, un asse politico-ideologico “euroamericano” che nulla centra con elezioni democratiche e volontà dei cittadini (L’Italia ne sa qualcosa). Evidentemente questo Trump non era per nulla contemplato, non ci credevano proprio, con tutto quel che hanno speso in campagne denigratorie e condizionamenti di massa. Vabbè, “perderemo un paio d’anni”, afferma sempre il simpatico avvocato lussemburghese Juncker.

Scoppiano guerre, muoiono centinaia di migliaia di persone per interessi di pochi. Giustificano sanzioni, invasioni e brutalità di ogni tipo con menzogne grandi come le “torri che non ci sono più”, e la gente scende in piazza sconvolta dall’elezione di Trump. Incredibile!

Chissà, forse vi sono state grandi manifestazioni di piazza anche contro le guerre mediorientali, le politiche d’invasione del governo Bush e la perfetta continuità del governo Obama, distintosi unicamente per l’utilizzo di mezzi più sottili, indiretti e meno visibili. Nulla di nuovo comunque, i democratici usano maggiormente l’intelletto e cioè i servizi segreti, i repubblicani i muscoli: l’esercito. Forse la gente scese in piazza a frotte anche per questi orrori ma i media non diedero grande risalto alla cosa. Forse? Anche se non lo credo molto. Credo maggiormente che i media abbiano “bombardato” talmente tanto la testa delle persone da portarle a credere, perlomeno negli anni passati, che le guerre in medio oriente fossero necessarie e giuste. Ora tentano, nonostante una maggioranza democratica l’abbia eletto, di convincere che Trump sia il problema, la catastrofe, mentre Hillary la salvezza, un angioletto venuto dal cielo per portare avanti il capolavoro dell’altro grande santo: Obama. Un uomo che, devo ammettere, con la sua elezione mi aveva per un certo tempo fatto sperare in una possibilità di vero cambiamento, per finire con il rendermi conto che solo lui dopo otto anni di bombardamenti “Bush” poteva infinocchiare le persone facendogli accettare altri otto anni di bombardamenti e strategie espansive. Un uomo che “nonostante il riconoscimento conferitogli a Stoccolma, ha intensificato gli attacchi in Afghanistan, usato i droni per attaccare paesi sovrani come il Pakistan e lo Yemen e non ha chiuso Guantanamo”, come scrive Gianluca Ferrara in un articolo veramente toccante e intelligente su “Il Fatto Quotidiano” che vi invito a leggere. (Cliccate qui)

Ma dopo tutto Trump ha vinto e una cosa buona la possiamo trovare: la dimostrazione che per quanto tentino di condizionare e bombardare le persone non è detto che ottengano sempre il risultato sperato.

La domanda importante ora, però, è solo una: “Il governo Trump cosa farà o che fine farà? Quest’uomo è realmente una voce fuori dal coro, una “cane sciolto” come viene definito chi non appartiene all'establishment o è un ennesima espressione del vecchio potere? E se fosse realmente un “outsider” verrà addomesticato in meno di due anni come profetizza Juncker? Combinerà danni peggiori di quelli che sono stati fatti sino ad ora?” Vedremo, credo che nessuno abbia la risposta; certo è che rimango sempre esterrefatto nel vedere come le folle si infiammino a comando. Se si riflettesse un po’ di più e smettessimo di innalzare degli uomini al ruolo di semidei con gente urlante e piagnucolante ai loro piedi, che mondo migliore sarebbe?!

Un caro saluto a tutti,
Pier
 

Tags: Politica, Riflessioni sulla guerra e il conflitto

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