Domanda del secolo: la colla della coscienza
Pamitrano ha scritto: Ciao Pier, come va? Sempre riferendomi al precedente articolo, non ho compreso bene una cosa. Cosa vede la coscienza originaria, la consapevolezza quando non è più offuscata dai condizionamenti della mente?
Pier ha risposto: Bella battuta! La migliore che abbia mai sentito, e se non fosse una battuta grazie comunque per darmi la possibilità di chiarire ancora una volta l’Indefinibile. Abbiamo sempre detto che tutto ciò che è oggetto di osservazione non è Essenza, Essere, pura Coscienza o come lo si voglia chiamare. Giusto? Se percepisco un pensiero, un’emozione, uno stato d’animo, io non sono la cosa percepita, ma il percettore. E cosa assodata? Non a livello concettuale ma per osservazione diretta, sperimentata?
Se mi siedo su una sedia e rimango lì fermo per mezz’ora senza viaggiare con il pensiero in ogni luogo, semplicemente rilassato ad ascoltare il respiro, noto, magari non la prima volta, ma nemmeno cento anni dopo, che la mente produce “pensieri-immagini-emozioni” senza sosta, in modo incontrollato. Se poi rimango un po’ più vigile e rilassato sento anche, senza ombra di dubbio, che io sono dietro tutto questo flusso di pensieri-emozioni, sono una specie di schermo cinematografico sul quale tutto ciò viene proiettato.
Le percezioni degli oggetti del mondo materiale, che derivano dai sensi, non ci interessano, le lasciamo alle scienze empiriche. Ci riguardano solo le percezioni che rientrano nel bagaglio della nostra idea identitaria. Ci interessano le idee che abbiamo su noi stessi, gli altri e il mondo. Tutte le idee sono cose mutuate dall’esterno, provengono dal fuori. Questo diviene un fatto se meditiamo, osserviamo lucidamente, investighiamo il nostro e l’altrui animo. L’unica cosa che proviene da “dentro”, dall’Essenza, è la possibilità di percepire, cioè di essere coscienti, che se ci pensiamo bene è la vita stessa. L’universo potrebbe anche esistere senza di noi, ma senza coscienza cosa sarebbe? Una specie di massa indefinibile buia e morta? Impossibile dirlo poiché anche solo per pensare una cosa del genere è necessaria una coscienza, ma tralasciamo le iperbole del pensiero e torniamo a noi. Tutto ciò che crediamo su di noi proviene dell’esterno, è oggettività, noi siamo immutabilmente soggettività. Fra l’essenza che siamo come soggetto cosciente, e i contenuti della coscienza, v’è il fenomeno identificazione: una specie di colla emotiva che ci fa aggrappare a pensieri, eventi passati, emozioni, idee di sé e molte altre cose, dando vita ad un ramo spurio della Coscienza, quella che solitamente chiamo “coscienza individuale”.
Questa colla è data dal processo di condizionamento che sin da bambini subiamo, il cui perno fondamentale è l’idea “io sono questo corpo-mente che presto morirà”. Dall’idea “io sono questo corpo-mente che morirà” si sviluppano progressivamente una moltitudine di identificazioni mentali. Devo guadagnare tanto per proteggermi, devo rifarmi il seno perché non sono bella, devo vestirmi alla moda perché voglio apparire, devo curarmi oltre ogni sano principio perché non devo sembrare vecchio, devo acquisire potere per essere sicuro e al centro dell’attenzione… Tutte queste azioni e idee nascono dell’identificazione del percettore (ciò che chiamiamo anche osservatore o soggetto) con il corpo-mente. È qui che entra in gioco la meditazione, l’indagine interiore.
La meditazione è quell’osservazione del nostro funzionamento globale che ci porta inizialmente a comprendere che non siamo ciò che pensiamo e sentiamo, ma che al massimo questi sono nostri strumenti, poi a comprendere che non siamo nemmeno il nostro corpo, ed infine a doverci confrontare con la caduta del pensiero fondante: “Io sono”.
E qui arriviamo al nocciolo della tua domanda e della mia risposta. Sa la nostra meditazione è andata realmente in profondità, facendoci comprendere, mi verrebbe da dire con il cuore e non solo con la mente, la falsità dell’identificarsi alle “cose”, ad un certo punto l’osservatore, quando è profondamente raccolto nella sua meditazione, si trova senza oggetti che attraversano la mente. A quel punto, se si persevera nel rimanere in raccoglimento, le logiche soggetto-oggetto, ciò che determina tutta la struttura di percezione separata e impaurita del mondo e della vita si dissolve. Quando la coscienza viene liberata dal senso di isolamento dato dal pensiero “io sono questo corpo-mente perituro” i grandi mistici di tutti i tempi cosa ci raccontano? Pamitrano, prova solo ad immaginare uno stato dove non v’è lavorio del pensiero e, di conseguenza, senso di separazione, ma unicamente pura Presenza-Coscienza che passando attraverso un corpo-mente si riconosce come Essenza di tutto quel che esiste.
Gesù disse che Dio è amore forse per farci comprendere il più possibile cosa possa essere il ritorno alla Sorgente delle Vita, a quell’Essenza altrimenti indicibile, indescrivibile perché indefinibile. Infatti, quell’intenso amore che a volte, se fortunati, abbiamo provato per qualcuno, intuitivamente sembra essere la descrizione più vicina a quel che può accadere quando la coscienza individuale si riconosce come Coscienza Originaria imperitura, che abita e dà vita a tutto ciò che è. Osho diceva sempre che il risveglio è simile ad un orgasmo con l’universo, all’innamorarsi sempre nuovo con ogni cosa che esiste, materiale ed immateriale, e così pure ne parlano Ramana, Nisargadatta, tutti i Santi cristiani, i maestri Zen, insomma tutti coloro che si sono risvegliati alla realtà.
Le distinzioni delle religioni sono veramente cosa assurda se comprendiamo il reale messaggio del misticismo universale. Ora, tornando a noi, è chiaro che la domanda che mi poni o è una battuta o diviene una domanda insensata. Se nella Coscienza Originaria non v’è più soggetto ed oggetto chi può vedere cosa? Infatti, l’esempio dell’amore è il più calzante proprio perché in amore non si percepisce più una reale distinzione fra noi e la persona amata, a volte persino fra noi, il cielo e le stelle. Se si è ben “cotti” si arriva ad avere realmente delle percezioni illuminanti, peccato che nell’innamoramento si imputi tutto alla presenza di una particolare persona e di una specifica situazione.
Nella realtà le cose non sono così. La persona che è fuori di noi fa solo da schermo di proiezione di quella realtà che nei fatti è dentro di noi, probabilmente perché la rievoca: infondo l'esterno non è altro che un riflesso dell'interno. Se l’amore fra individui venisse usato per meditare e non per fare guerre di gelosia e possesso, forse molte persone arriverebbero all’essenza della vita e alla beatitudine anziché alle porte del carcere, ma lasciamo perdere. Per concludere, Pamitrano, la meditazione è la fiamma che scioglie la colla che identifica la coscienza ai contenuti della mente. Quando la colla è rimossa l’Io, con le sue estensioni, la mente e il corpo, rimangono pienamente attivi, anzi, mai come in quel momento, ma non sono più causa di fraintendimento, divenendo strumenti nelle mani della Coscienza Originaria e non viceversa. Questa benedetta Coscienza Originaria! Tale mistero lo si può solo essere, ci si può perdere, abbandonare per ritornare a far parte di quell’amore che i maestri ci narrano da secoli, senza sosta, disposti persino a perdere la loro vita corporea per donarci una via d’uscita dalla sofferenza dell’ignoranza. E per finire, se ci pensiamo bene, l’indefinibilità dell’essere è la nostra più grande benedizione. Ti immagini se potessimo avere persino il Regno dei Cieli, l’essenza della vita stessa, oggettivabile, descrivibile come ora stiamo facendo con il DNA? Ne faremmo un centro commerciale, un circo, un luna park o una lap dance. No, il Tutto è la nostra essenza, ma è anche infinitamente più grande di noi, del nostro doloroso e pericoloso ramo spurio di coscienza. Dio grazie!
Tags: Ricerca della felicità, Riflessioni sulla vita, Equilibrio interiore
Commenti
Un'altra splendida perla che va ad infilarsi in un dorato filo di altre perle,una piu' stupenda dell'altra!
Spero che tu non ti stancherai mai di continuare a creare questa Collana di cosi' rara e preziosa fattura.
E' una grande gioia leggere di come tu ultimante sia cosi prodigo,cosi' meravigliosamen te allargato,espan so,contagioso,i ntensamente coinvolgente!
Che dire? Mi auguro che piu' anime possibili possano sentirsi cosi' provocate e sedotte da voler "indossare" un siffatto Gioiello!
Dai,Pamitrano, ancora una,
manteniamo desto
l'estro..del Maestro.
Checche' ne dica Lui,
chiunque riesca a parlare cosi,
come si potrebbe altrimenti definire?
Tecnico dell'Interiorita'?
Operatore olistico dell'Anima?
Scienziato della Spiritualita'?
Vedi come suonano freddi questi aggettivi?
Se una persona non e' quell'Amore che predica,non puo' spiegarlo altrettanto bene, appunto perche' l'Amore non e' cosa descrivibile..n on da tutti almeno..appunto .
Ramana ti chiederebbe: scopri chi pone la domanda. Io ti chiedo: ma non hai altre domande da farmi alle 23 del 2 dicembre 2013? Evidentemente no!
Buona notte!
Inconfutabilmente?Ah si,quando questo corpo cessera' non ci sara' piu' bisogno di nessuna comprensione,to rnero' il Sapere non saputo,ma anche questo e' al momento solo un concetto..
Che sia una buona giornata creativa!
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